Qualcosa si muoveva a Seattle sul finire degli anni 80. Un mostro di nome “Grunge” stava prendendo vita, un mostro che avrebbe fatto paura (musicalmente, si intende!) a tutti i postumi. Kurt Cobain, fan sfegatato dei Melvins (fu autista nei loro tour e ne divenne amico, tanto da collaborare alla scrittura di alcuni pezzi) e il suo migliore amico, Krist Novoselic, mettono su un duo di nome Skid Row, quindi cambiano nome in Nirvana. Cobain più tardi dirà che “…tutti i gruppi punk avevano nomi violenti, incazzati. Io volevo qualcosa di differente,un nome che fosse bello, spirituale, positivo..."
Esce il loro primo singolo (“Love Buzz” - Sirena d’amore, cover degli olandesi Schching Blue - e “Big Cheese” - Grosso formaggio), i primi concerti sono un completo disastro, inoltre manca ancora un batterista fisso. Ma i due amici non si abbattono. Assoldato il batterista Chad Channing, mandano alle stampe nel 1989 “Bleach” (Candeggina) sotto l’etichetta SubPop. Il nome dell’album è lo stesso del tour che aveva preceduto la sua uscita e prendeva spunto dalla campagna anti-AIDS del periodo, il cui slogan invitava a lavare gli aghi con la candeggina per uccidere il virus. L’album è registrato in 30 ore per una spesa ridicola di 606 dollari (Kurt e Co. vengono aiutati da un prestito dell’amico Jason Everman, il quale si guadagna così la copertina).
I generi sono ancora un po’ confusi: canzoni come “Floyd the Barber” (Floyd il barbiere) o “Scoff” (Beffarsi) sono molto spigolose, caratterizzate da una grande veemenza nei ritornelli; forte è l’influenza punk in “Blew” (Sbuffo’) e “School” (Scuola). Non mancano l’ironia in “Mr Moustache” (Signor Baffo, prende in giro il prototipo dell’uomo del Nord-Ovest, muscoloso e maschilista, che Cobain non sopportava) e l’autoironia pessimista in “Negative Creep” (Bastardo pessimista). L’album si segnala soprattutto per “About a Girl” (Riguardo una ragazza), che potrebbe stare benissimo su “Nevermind”, spesso citato dai critici come il primo pezzo grunge della storia.
Kurt Cobain non sfrutta ancora appieno le sue doti canore, appare imballato in un cliché punk che lo sminuisce. La batteria non è quella di Grohl ma si fa comunque valere, Novoselic, che non è un virtuoso, come sempre è essenziale e puntuale.
E’ un album d’esordio e come tale va considerato. Nulla di straordinario ma un grande punto di partenza.
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