Anche se non lo ascolto più da tanto tempo, voglio anch'io dire la mia su Nevermind, il secondo lavoro dei Nirvana. Anzi, adesso posso farlo meglio visto che me ne sono disintossicato. Ho scoperto il grunge nel 1999, ma il disco per intero l'ho ascoltato nel 2001, 10 esatti dopo la sua pubblicazione. Ed eravamo in un periodo in cui dei Nirvana si parlava con rinnovato interesse e nella musica si cercava ancora qualcuno che potesse riportare alla ribalta il genere musicale rock, dato per morto.

Nevermind appare dal nulla, un caso discografico per cui però niente è lasciato al caso: dalla scelta dell'immagine di copertina (qui davvero memorabile per soggetto e significato), fino alla produzione. E tutto questo grazie al passaggio di etichetta discografica, la Geffen, molto più grande della SubPop, che aveva reso possibile Bleach. Il mondo quindi si accorge del disco e ne decreta il successo innescando però la Nirvana Mania, con conseguenze deleterie per il suo tormentato autore, che vede frainteso tutto il suo nichilismo, che di certo non mirava a mettere tutti d'accordo. I ragazzi che lo ascoltano lo fanno d'istinto, perché sono arrabbiati e vengono attratti dalla potenza della musica che funge da valvola di sfogo. Ma lo apprezzano anche per le liriche dai contenuti forti. I Nirvana, infatti, si distinguono per la scrittura di Kurt Cobain, talmente fantastica che, insieme ad altre peculiarità, rende le altre formazioni di Seattle e dintorni, apparentemente più ordinarie ma più adulte.

Nevermind si apre in modo secondo me perfetto. Non tanto perché Smells Like Teen Spirit è il brano manifesto del genere musicale, che li ha resi immortali e famosi, quanto al fatto che quei primi accordi, che si potrebbero ascoltare all'infinito, stanno bene solo li, all'inizio del disco. Teen Spirit è però una traccia anomala, messa in confronto con tutto il resto. Ed è strana anche da eseguire live, forse un po noiosa a dispetto della carica del ritornello (A mulatto / An albino / A mosquito / My libido / Yeah). Il titolo è preso in prestito da un deodorante mentre il testo, per lo più incomprensibile, parla delle contraddizioni del suo autore.

In Bloom, la seconda traccia, è la canzone Nevermind per eccellenza, nonostante non sia da considerarsi tra le irrinunciabili. L'arpeggio di chitarra tra i versi "spring is here again" e "riproductive glands" nella prima strofa, e tra "bruises on the fruits" e "tender age in bloom" nella seconda, costituisce appunto il suono del disco. Di certo è tra le più orecchiabili, con un ritornello che si ripete due volte e allunga un po' troppo il minutaggio, e il bridge acidissimo. In Bloom parla di una natura matrigna, di cio' che ci succede nell'adolescenza e dei cambiamenti mai accettati da chi vive quel periodo della vita. Il refrain invece è più criptico: per la seconda volta, dopo Teen Spirit, si fa riferimento alle armi. Qui potrebbe essere inteso come organo sessuale maschile: uno si masturba ma non sa perché lo fa.

La terza traccia, Come As You Are, è invece un gioiello senza se e senza ma, una ballata elettrica e liquida dai toni pacati e dalle intenzioni filantrope, nonostante la parola gun, che compare per la terza volta nelle liriche. Se il testo della canzone è abbastanza chiaro, è nel videoclip che l'arte ha il suo totale compimento. Capolavoro del capolavoro, in esso viene citata la copertina del disco (l'acqua, il bambino nudo che insegue il dollaro appeso all'amo) ma è la presenza di una pistola (vera) a rendere inquietante la pellicola.

Breed è un brano abrasivo, (basso tellurico e chitarra tirata) ma con una bella melodia, e già faceva parte delle scalette dei concerti del primo disco, solo che all'epoca si chiamava Imodium. Col tempo però anche Breed acquista spessore letterario in modo da essere degna per il nuovo grande progetto. E' molto bello, sebbene contrario alla vita, il refrain che recita: "sia che abbiamo qualcosa o meno, sia che piantiamo una casa o costruiamo un albero, noi non dobbiamo procreare". Cio che non mi convince di questo pezzo è il modo di registrarlo: l'effetto iniziale, che precede l'assolo di batteria, è finto. Se poi lo sia scolta in cuffie, nel bridge si sente la sovraincisione di due chitarre, il che genera dei vuoti, delle mancanze di suono. Si tratta ovviamente di dettagli che però rendono il tutto palesemente artefatto.

Lithium è il pezzo che si presta maggiormente alla dimensione live, riuscendo a eguagliare se non a superare quasi sempre la versione in studio. Dà molte soddisfazioni perché ha un inciso trascinante, non costituito da parole, bensì da un vocalizzo. Per eseguirla poi non c'è bisogno di essere arrabbiati. Nel testo si parla di amicizia, di pazzia, di religione, intesa più come speranza o come soluzione per alleviare il dolore. Cosa che è in grado di fare il litio in campo farmacologico.

Per il sesto brano, Kurt Cobain decide di usare una chitarra acustica sgangherata, per dare un effetto decadente alla narrazione. Polly è infatti la canzone più spoglia del disco ma anche così si mantiene desta l'attenzione. Qui si racconta di un caso di stupro dal punto di vista dello stupratore, giustificandolo.

Più veloce di Breed, più rabbioso di Teen Spirit. Punk? Garage? Territorial Pissings è senz'altro il pezzo più brutale, con un suono particolare, volutamente lo-fi. Il titolo può non piacere ma il testo, fatto di due versi per strofa e un ritornello urlato al limite dello sgolamento, non è per niente banale. Dopo averlo ascoltato, riuscite ancora a "sorridere al vostro fratello", come inviterebbero a fare le parole provocatorie pronunciate dal bassista prima che il brano esploda?

Territorial Pissings però non avrebbe dovuto dividere la traccia successiva da Polly e Lithium, che hanno caratteristiche comuni. Drain You conferma le doti narrative di Kurt Cobain. Il testo migliore si trova proprio in questo brano. Si tratta delle conversazione tra due bambini che si vogliono particolarmente bene, tanto da rasentare la morbosità. Tra i versi, spiccano: "non mi interessa ciò che pensi a meno che non si tratti di me"; "mi hai insegnato tutto senza una mela avvelenata"; "l'acqua è cosi gialla, io sono uno studente in salute"; "mastico la tua carne per te, te la passo attraverso un bacio appassionato perché ti amo". Davvero curioso, agrodolce e poetico. La particolarità di Drain You a livello musicale sta nel non avere un intro: il cantato parte subito sebbene gli arpeggi (un mix di Teen Spirit e Polly) siano nudi. Il suo difetto invece potrebbe essere il lungo bridge fatto di rumori e suoni campionati.

Le cadute di tono si possono rintracciare nei brani IX e X. Lounge Act, il cui titolo non ha alcuna attinenza con il contenuto e le cui strofe, piene di rabbia e buone intenzioni, rinunciano alla concisione della poesia; e Stay Away (la peggiore in assoluto), piena zeppa di riverberi e con la chitarra che imita la voce. Di effetto, il finale, che ricorda un cielo che sussulta tuoni in lontananza.

On A Plain, la undicesima canzone, riporta il disco ai livelli precedenti. Qui Kurt usa la sua proverbiale sincerità soprattutto nel ritornello "Amo me stesso meglio di quanto ti ami tu", ripetuto ogni due versi. Di cattivo gusto il coretto del batterista, con cui il brano si conclude.

L'ultimo titolo ad apparire nei crediti di Nevermind è Something in the Way, brano sommesso e dolente, che in una manciata di versi rammenta il periodo passato a vivere sotto un ponte. E per la prima volta in un disco dei Nirvana compare uno strumento classico, la viola. 

La chiusura definitiva si ha con una traccia fantasma dal titolo Endless Nameless. Molto dilatata, distorta ma fedele ai momenti di calma apparente, che in questo caso coincidono proprio con il ritornello di grande atmosfera, fatto di due sole parole (No Muss). E per quanto possa essere frutto di un'improvvisazione,è anch'esso un brano con una vera e propria struttura formale.

Conclusioni: ci ho messo più di un mese per scrivere questa recensione e devo dire che m'è venuta bene. Per quanto riguarda il disco recensito, mi piacerebbe sentirlo in una versione meno artefatta, diminuito di due brani e con un basso che non sia quello melodico. L'elemento batteria invece è quello che mi convince di più. 

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