Uno che ci capiva assai scrisse qualcosa sul fatto che fosse meglio non giudicare un libro, e suppongo nemmeno un album, dalla copertina. Sarà pure così, ma se non lo avessi fatto, il secondo album dei Nixon Now e a ruota l'esordio probabile che non me li sarei comprati e mi sarei perso per strada un gran bel gruppo.

E allora sempre viva le copertine facili da giudicare: quella dell'album di esordio e pure il titolo, “Solution Revolution”, gridano a voce fortissima MC5 MC5 MC5 fino a far sanguinare corde vocali e timpani e pure quella del secondo mi fa pensare tanto a Wayne Kramer, ma questo è ovviamente un problema mio.

Poi ho letto qualcuno che pare recensisca musica per campare e mi ha confermato il fatto, che a mettere quei vinili sul giradischi ne viene fuori una terrificante bordata di suono in puro stile Detroit 1969 come non si sentiva dai tempi di Radio Birdman, New Race e australo-compagnia cantante e suonante.

La cosa che invece ho giudicato male è che, anche se sempre di Detroit 1969 si tratta, questi solchi affondano decisamente nella Detroit degli Stooges. E gli Stooges sono una roba molto diversa dagli MC5 perché, insomma, se il bro' Jesse Crawford si fosse azzardato a propinare il pistolotto che inaugura “Kick Out The Jams” nella serata immortalata in “Metallic KO” ne sarebbe uscito malconcio. E se pure gli Stooges hanno avuto i loro momenti un po' così – “We Will Fall” al debutto oppure il lato b di “Funhouse”, per capirci – però i Nixon Now di “Solution Revolution” sono gli Stooges di “No Fun” e “I Wanna Be Your Dog”, quelli di “Down On The Street”, “Loose” e “TV Eye”, quelli di “Raw Power” e “Search & Destroy”, in altri termini Steve Mackay qui dento non ci mette piede, chiaro.

Chiaro come la dichiarazione di intenti “1999”, 30 anni è niente è cambiato, a parte la noia che è diventata odio, e gli intermezzi strumentale “Ann Arbor” e “More Ann Arbor”, i deliri di Ron Asheton tra wah-wah e fuzz, 30 anni e niente è cambiato, appunto. E aggiungo un “che botta di culo” e pure un profondo grazie a gente tipo i Nixon Now.

Gente che fa dischi facili da raccontare, sporchi, grezzi e approssimativi, dove l'unica differenza tra un brano e l'altro è che qualcuno dura di più e qualcuno dura di meno, che qualcuno corre velocissimo come “Make My Day” e “U.C.P.”, qualcuno va solo veloce come “Do The Strand” e “I've Been Around” e qualcuno va perfino meno veloce fino a sembrare un blues sommerso da tonnellate di distorsione come la quasi omonima “The Solution”, “Sick Me” e “Altamont Rose”.

Gente che «... l'ultimo album che ho sentito sono gli Hypnotics ...».

Gente che fa dischi vecchi come il cucco pure nel 1999, nel 2005 e come se niente fosse nel 2018.

Che gran botta di culo, ripeto. E aconra grazie a gente come i Nixon Now.

Carico i commenti...  con calma