Per chi non lo sapesse, i No Frontiers sono una punk-rock band milanese attiva da ben sedici anni. Un gruppo quindi, che ha vissuto sulla propria pelle l'andamento altalenante di tutto il movimento alternative, l'avvento del pop-punk stile Blink 182, dello ska, dell'hardcore melodico californiano di casa Fat Wreck. Insomma ne hanno viste tante, possiamo ammetterlo. Loro però sono sempre andati dritti per la propria strada, che forse proprio "punk-rock" non è nel vero senso della parola ma che comunque ci offre alcuni spunti interessanti attraverso il nuovo album "Moving Forward". Ascoltandolo si è catapultati direttamente in quella fase temporale dove tutti sembravano amare la scena alternativa nazionale e dove se non conoscevi i Forty Winks eri out. Bene, proprio dal tipico approccio del gruppo appena citato i No Frontiers sembrano aver preso spunto, attraverso brani dove armonia e lato spinto non riescono ad amalgamarsi come ci si aspetterebbe. Diciamocelo, il loro modo di interpretare la lingua inglese non è forse ciò che ci si aspetterebbe, ma tralasciando questo aspetto, il risultato finale è tutto sommato piacevole. L'opener "Delay" è forse il brano sottotono della tracklist, troppo nostalgico e dai toni che sembrano non voler salire mai. Fortunatamente le cose sembrano migliorare con il lotto "Hiccups"/"Wake Up Call", la prima molto SunEatsHours style e la seconda una semplice ballad semi acustica che riesce nell'intento di farsi ascoltare piacevolmente. In "1059, W Addison St" si raggiunge a mio modo di vedere l'apice, con un brano tipicamente hardcore melodico che fuga ogni dubbio su qual è la vera natura della band, decisamente più a suo agio quando deve pestare duro. Si torna invece ad avere un punto di domanda in testa ascoltando "Counting Down The Days" dove la partenza è qualcosa di molto, molto lento (quasi grunge oriented) per poi arrivare a un finale in levare dove i distorsori fanno da padroni. Livelli più che accettabili invece nel finale, con un tris che come detto in precedenza mostra come i No Frontiers siano più inclini all'hardcore melodico che a sperimentazioni di ogni sorta, mentre la conclusiva "Semplice" è qualcosa che sinceramente ho trovato totalmente fuori luogo, con un cantato in chiara difficoltà in fatto di intonazione e un concept senza né capo né coda. In conclusione penso che "Moving Forward" possa servire soprattutto alla band, per capire quale strada adottare in futuro senza che la voglia di osare la porti fuori strada.

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