“Con “Mad(e) In Italy” abbiamo voluto dare una svolta al nostro genere, guardando con più attenzione il nostro paese, i suoi suoni e la sua cultura più o meno consapevolmente mafiosa. Il mondo è fatto di luoghi comuni e ogni popolo è legato a un'iconografia particolare, a noi spetta il trittico “pizza, Mafia e mandolino”. Siamo partiti proprio da qui per dar vita a questo nostro nuovo lavoro, che fonde la violenza del death metal con la suggestione del mandolino... Il risultato è quantomeno singolare! New italian death metal family coming”.
Queste le prime parole rilasciate dagli abruzzesi No More Fear a riguardo del loro terzo capitolo discografico, “Mad(e) In Italy”. Parole che dopo averlo ascoltate confermo pienamente: questo disco è davvero singolare e al tempo stesso assolutamente valido. Sedici anni di sudata carriera hanno fatto di questo combo un valido esponente della scena death metal tricolore, con la giusta dose di gavetta alle spalle e due dischi che poco hanno a che vedere con quanto licenziato oggigiorno. Questi cinque musicisti sono partiti da un concept tutt’altro che semplice da sviluppare: inserire nel contesto sonoro il folklore italico, ampliando poi il discorso nelle liriche, legate a tutti quegli aspetti negativi che ci contraddistinguono nel mondo. Passando a un’analisi di “Mad(e) In Italy possiamo dire che ciò che sorprende maggiormente è sicuramente il suo lato sonoro: all’interno di ogni canzone troviamo infatti una serie di strumenti atipici quali mandolino, gewa, bouzouki e marranzano, elementi questi che danno un taglio particolarissimo al death metal proposto dai No More Fear. Sarebbe fin troppo scontato dire che questi musicisti abbiano osato troppo, ma fondamentalmente non è per niente così: in questo album tutto ha un suo perché e il loro modo di operare ha permesso di dare una ventata di nuovo alla loro proposta. Ascoltatevi “Taranthell” o “Don Gaetano”, brani che alternano con estrema cura aggressività e ritmi blandi.
Come ogni concept che si rispetti anche i testi seguono a ruota il filo conduttore principale, trattando in maniera cruda i risvolti neri dell’Italia dal dopoguerra a oggi. Disponibile in una bella versione digipack, “Mad(e) In Italy” si candida tra le migliori uscite death metal tricolori del 2012.
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