Eccoci qua. Di certo una band come i No Use for a Name non necessita di presentazione, sono ormai vent'anni che ce li troviamo davanti alle scatole. Eccovi comunque un brevissimo riassunto delle puntate precedenti:
I No Use si classificano da anni come una delle migliori band Hardcore Melodico \ Punk Rock del globo; raggiungono la notorietà grazie al fortunato "Leche con Carne"(1995) e al degno e potente successore "Making Friends"(1997) . Poi la svolta. Brusca svolta, una virata che se ci penso guarda... Vabbè, fatto sta che nel '99 con "More Betterness", dopo un cambio di formazione, la band si avvicina a sonorità prettamente pop punk con marcata "vena melodica" (come molti recensori sprezzanti dicono). E la situazione "peggiora" col seguente "Hard Rock Bottom" e sfocia nel ridicolo con "Keep Them Confused"(2005). Basta, No Use!
C'è da dire però che non si può spalare fango su una band così solo perchè non inneggia più alle sbronze o non si erge a paladina degli skaters. Ce dell'altro. Facendo ciò che più si sentivano di fare artisticamente Tony Sly e soci hanno raggiunto una notevole maturità musicale, proprio per questo oggi non sono una delle tante fotocopie dei gruppi della Fat Wreck Chord .
Ed ecco che l'Aprile 2008 si tinge di No Use for Name: "The Feel Good Record of the Year"
Già dal titolo, andiamo bene... eppure...
"Biggest Lie" apre le danze, potente giro Hardcore seguito da una veloce melodia... interessante, poi " I Wanna Be Wrong " stile hard Rock bottom.... mmmh... poi... "Yours To Destroy"! No, no dai. Ci sono cascati di nuovo. Dalla quarta traccia in avanti arriva una tirata mielosa da far paura al punker più moderato.
Queste erano le mie impressioni ad un primo approccio col disco. Poi tutto cambiò.
Sì perchè non si può cercare sempre ciò che si vuole anche dove non è possibile. Cosa voglio dire? Voglio dire che non bisogna per forza aspettarsi un trito e ritrito polpettone skatecore da questi benedetti ragazzi. Il Punk melodico che propongono è molto interessante e in "The Feel Good Record Of The Year" le melodie fanno davvero la loro figura.
Da segnalare "Under The Garden", "Domino" e la ballata acustica "Sleeping Between Trucks".
Giudizio combattuto ragazzi. Consigliato a chi ha voglia di musica incazzata ma con dolcezza, molta dolcezza.
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