La mia prima "recensione" riguarda l'ultimo album uscito (2009) della band inglese Noah and the Whale.
Ecco un album ben rifinito, fresco e genuino, lo consiglio soprattutto per chi sta giù di morale o è un pò depresso, il disco inizia tutte le canzoni ti arrivano dritte al cuore, sia con dolcezza come la finale "My Door Is Always Open" che con quel ritornello commovente ti entra in testa e non se va più, sia con aggressività come "My Broken Heart" la quale contiene un assolo di chitarra elettrica liberatorio, grezzo, distorto... quasi lancinante.
Non è uno dei soliti album indie-pop lagnosi e con la musica a rallentatore per quelli dalla lacrima facile come sullo stile dell'ultimo dei Kings of Convenience, anzi, soprattutto dai testi si capisce che c'è seriamente voglia di riprendere la propria vita in mano e cominciare a darsi da fare dopo un fallimento o una delusione (forse riferito all'abbandono della cantante Laura Marling dopo il primo album).
Non c'è una traccia noiosa o superflua, neanche le due strumentali prima e dopo l'incoraggiante "Love of an Orchestra" che invece a mio parere sono tra le migliori insieme alla già citata "My Broken Heart" e "Blue Skies", tutto scorre benissimo, diverse tracce si somigliano ma senza essere ripetitive.
Beh, è finita qua, il fatto è che da dire c'è poco, e le mie informazioni sono troppo limitate riguardo la musica degli ultimi 20-30 (ma facciamo anche 40) anni per poter fare paragoni.
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