1) L'Ordine Dall'Alto; 2) Oriente; 3) Essere O Non Essere; 4) In Piedi; 5) Stella Cieca;
6) Confesso; 7) Corpo Estraneo; 8) Stringi I Pugni; 9) Vulcani; 10) Soldato; 11) La Voce dell'Amore.
Danilo Sacco (Voce e Chitarra Ritmica)
Massimo Vecchi (Voce e Basso)
Beppe Carletti (Tastiere).
Cico Falzone (Chitarra).
Sergio Reggioli (Percussioni e Violino).
Daniele Campani (Batteria).
I Nomadi hanno appena attraversato la fase più trionfale della propria carriera, culminata nel 2002 con l'album "Amore Che Prendi Amore Che Dai", piazzatosi al primo posto nelle vendite, e nel 2003, l'anno migliore di sempre, con l'antologia "Nomadi 40", rimasta per diverse settimane al quarto posto delle vendite in Italia, e con decine di premi ricevuti, tra cui quello di miglior DVD dell'anno, con il DVD "Nomadi 40", che riprendeva il concerto di Riccione per la celebrazione del quarantennale, introdotto dalle immagini del vocalist storico Augusto Daolio che dava inizio al ventennale nel lontano 1983.
Passata l'euforia i Nomadi tornano al lavoro e presentano un disco che consolida definitivamente la svolta quasi hard rock accennata nei tre dischi in studio incisi con l'attuale formazione ("Una Storia Da Raccontare" del 1998, "Liberi di Volare" del 2000 e "Amore Che Prendi Amore Che Dai" del 2002), culminando in un disco suonato con più rabbia rispetto ai predecessori, influenzato dai virtuosismi di Cico Falzone, ottimo chitarrista, e dall'incisiva sezione ritmica di Massimo Vecchi e Daniele Campani, con le tastiere del sempreverde Beppe Carletti ad incorniciare il tutto, le percussioni e il violino di Reggioli a cullare le orecchie dell'ascoltatore e le straordinarie performance vocali di Danilo Sacco, che qualche volta lascia il posto al più graffiante Massimo Vecchi.
L'apertura è affidata a "L'Ordine Dall'Alto", con l'intento di chiarire da subito il nuovo sound del gruppo, con l'incalzante sezione ritmica e la chitarra di Falzone a fare da padroni, per lasciare a Carletti e Reggioli il compito di fargli da cornice e a Massimo Vecchi di fare da narratore con la sua voce graffiante, di narrare gli abusi di potere di chi sta in alto e costringe la povera gente alla guerra. In seconda posizione il primo singolo estratto dall'album, e cioè "Oriente": è aperta da un ritmo tribale delle percussioni di Reggioli, per poi introdurre un clima puramente rock con l'arrivo di batteria, basso, chitarra e tastiere, il tutto incorniciato da uno splendido testo cantato alla perfezione da Danilo Sacco, autore di un'ottima prova. "Essere O Non Essere" si gode il suo bel riff e un bell'assolo, con Danilo Sacco a giocare sui problemi di chi non si sente accettato in questo mondo, su chi ha paura di mostrarsi ma, alla fine, si arrende e mostra la propria intima bellezza al mondo, arrivando a citare il poeta portoghese Fernando Pessoa. "In Piedi" è il secondo singolo (quello estratto con l'album già nei negozi), con uno stile più da ballata, introdotta da un grande piano show di Beppe Carletti, con la buonissima prova vocale di Sacco che narra di chi nonostante tutte le difficoltà che gli si presentano dinanzi decide di restare in piedi, con fierezza, per continuare sulla strada che ha scelto di intraprendere. "Stella Cieca" vede il ritorno ad un clima più rock e alla voce di Massimo Vecchi, a cui si uniscono il violino e un sound che unisce musica rock e la componente melodica tipicamente "nomade", per parlare di una ragazza piena di insicurezza che vive per il suo grande amore e vede infrangersi il suo sogno di amare, con molti altri e finisce per arrendersi d fronte all'evidenza dell'utopia di realizzare i propri sogni, una visione molto pessimistica per un testo dei Nomadi.
"Confesso" abbandona totalmente le tematiche rock e presenta una musica tipicamente medievale, caratterizzato da una buona prova violinistica di Reggioli, con Sacco a chiarire la differenza tra confessare e confidare. "Corpo Estraneo" si appropria di un ottimo sound, sempre molto hard rock, con le percussioni ad aiutare il bel giro di basso di Vecchi, per far arrivare Sacco a cantare "Tutti armati in fila dice il corpo estraneo, tutti armati dentro l'era del corpo estraneooo.....", per chiarire una volta per tutto quali sono i disagi dei paesi del terzo mondo, in cui a volte anche i bambini sono costretti a prendere un'arma e andare in guerra. "Stringi i Pugni" ha l'obiettivo di rassicurare quelle persone a cui non piace nulla di se stessi, chiedendogli di non smettere mai di essere come sono, e di continuare a lottare, a stringere i pugni pur di realizzare i propri sogni. "Vulcani" presenta una composizione più lirica, aperta a diverse interpretazioni, con il malinconico piano di Carletti seguito a ruota dal violino di Reggioli, con Sacco a incorniciare perfettamente il tutto, in un pezzo in cui si chiede all'ascoltatore di riflettere sul perché degli uomini piantino radici mentre altri vaghino senza una meta, cioè scelgano di essere nomadi. "Soldato" narra di ragazzi che per soldi decidono di intraprendere missioni militari in capo al mondo, ignorando di correre il rischio di non tornare, prendendo posizione nei confronti della guerra. Il finale è affidato a "La Voce Dell'Amore", che con il ritorno alla voce di Massimo Vecchi racchiude l'album con un ritmo hard rock perfetto e un testo che narra di come si dovrebbero difendere le persone che non possono difendersi da sole.
L'album è bellissimo e vola in poche settimane al quarto posto in hit parade, con 100.000 copie vendute in poche settimane e il solito mastodontico tour successivo, uno dei più seguiti della quarantennale storia della band, che dimostra di non aver perduto lo smalto ma, anzi, di aver arricchito notevolmente la sostanza.
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