Augusto Daolio: Voce e chitarra.
Beppe Carletti: Tastiere.
Dante Pergreffi: Basso.
Cico Falzone: Chitarra.
Daniele Campani: Batteria.
Coerenza.
Questa semplice parola è una vera e propria definizione dello stile nomade e questo disco è la dimostrazione che, anche con trent'anni di carriera alle spalle si può fare della musica semplice, onesta e che rispecchi i propri valori; valori che i Nomadi portano da sempre sulla propria pelle e che è impossibile non recepire ascoltandone le canzoni: l'importanza delle proprie radici, l'onestà, il coraggio, il non prendersi mai troppo sul serio e impegnarsi per chi non ha la possibilità di farlo.
Il disco che vado a recensire è probabilmente il migliore mai registrato dal gruppo e uno dei più belli della storia della musica italiana, specchio di uno dei momenti di maggior splendore del gruppo emiliano, che ha superato la prova degli anni 80' (che ha affossato tanti artisti dei decenni precedenti) e difficoltà interne (terminante con l'uscita di Chris Dennis e Paolo Lancellotti nel 1989) per trovarsi al pieno della forma all'inizio degli anni 90 con gli innesti vincenti di Cico Falzone e Daniele Campani, la registrazione di un album di successo ("Solo Nomadi" - 1990) e il proseguo dell'incredibile attività dal vivo (stiamo parlando di un gruppo da oltre 150 concerti l'anno).
"Gente Come Noi" poggia su basi solide quali i testi e la calda voce di Daolio, vera e propria bandiera del gruppo, le musiche di Beppe Carletti (unico fondatore rimasto insieme al vocalist dal 1963) e la produzione di Dodo Veroli, anch'egli col gruppo fin dagli esordi. Queste basi si riflettono nel senso di serenità e gioia che pervade il disco e che condisce canzoni che trattano degli argomenti più svariati: si va dal solito e radicato impegno politico ("C'è un re"; "Uno come noi") a quello sociale ("Il serpente piumato"; "Ricordati di Chico"; "Salutami le Stelle"; "Ma Noi No") passando per il primo videoclip del gruppo ("Gli aironi neri"), canzoni che parlino delle radici del gruppo ("Dam Un Bes - Ligabue Antonio") e altri pezzi i cui testi portano il marchio di Daolio fin nelle ossa ("Ma che film la vita"; "Colpa della luna"; "Cammina Cammina").
Beh, che dire... I Nomadi di Augusto sono come il buon vino, più passa il tempo meglio invecchiano, e simbolo di questo processo è il leader stesso: con la sua barba e i suoi occhiali è assurto a simbolo stesso non soltanto di un gruppo ma di uno stile, lo stile nomade, fatto innanzitutto di semplicità. Egli ebbe a dire in un concerto della tournée di questo disco (ripreso nel DVD "Gente Come Noi - In Concerto") "Noi siamo un pò dei raccontatori, il nostro compito è quello di raccontare delle storie, sperando sempre che ci sia qualcuno che voglia ascoltarle" e, riferendosi all'atto del racconto in sé, continuò "è uno dei riti più belli e quasi dimenticati del genere umano".
Il 1992 si porterà via Augusto e Dante (rispettivamente per un male incurabile e un incidente stradale) e il gruppo deciderà di proseguire nella propria avventura proprio per portare avanti questo messaggio e, finché ci saranno storie da raccontare e qualcuno ad ascoltarle, i Nomadi andranno avanti con la propria coerenza e la propria umiltà, cercando di regalarci dischi come questo, vero e proprio calderone di emozioni, speranze e sogni...
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