I primi mesi del 2014 hanno visto il ritorno di diverse proposte cantautoriali con i loro nuovi lavori in studio. Offerta ricca che va da quello populista (termine qui usato in maniera neutra sia chiaro e senza voler dare giudizi di valore) e post-adolescenziale de Le Luci Della Centrale Elettrica, all'operazione vintage di Dente fino ad arrivare ai Non Voglio Che Clara.

La creatura di Fabio De Min (cantante e maggior compositore del progetto NNCC che qui si fa aiutare in fase di registrazione da Giulio Ragno Favero) suscita nella mente ricordi un tempo ormai vissuto e passato, di libri con le pagine ormai ingiallite, un tempo in cui c'erano vecchie macchine da presa scricchiolanti che trasmettevano senza sosta vecchi film in bianco in nero di matrimoni ormai relegati alla memoria magari in una sala deserta e buia.

De Min narra un amore tormentato, pieno di insidie e tradimenti, un amore tutt'altro che eterno e fiabesco, un sentimento destinato ad esalare il suo ultimo respiro prima o poi. Senza dimenticarsi anche di descrivere situazioni che nessuno vorrebbe vivere in prima persona e tirando in mezzo anche due omicidi.

Le melodie che si incastrano in alcuni casi alla perfezione con le liriche creano dei piccoli classici del pop d'autore italiano, come nell'uno-due iniziale, la battistina e malinconica “Il complotto” e l'altrettanto piano-centrica “Le mogli” in un atmosfera cinematografica in cui si viene immersi dalla testa ai piedi.

Composizioni che tuttavia a livello di arrangiamenti non seguono una via ben precisa e contigua (a dispetto dei titoli secchi delle canzoni composte solo da articolo+sostantivo), ricercando sempre nuovi espedienti, come i fiati e le chitarre acustiche de “Gli acrobati” (sembra di sentire il Dè Andrè che dà voce ai vari personaggi della sua città), l'elettronica in “Le anitre” o aprendosi ad una atmosfera drammatica “L'escamotage”.

Noi li preferiamo quando tirano fuori dall'armadio il piano e imbastiscono un crescendo come nella commovente “Lo zio” (storia di una persona affogata nella solitudine e nel silenzio) o nella vintage e scanzonata “La bonne heure” che metta in scena un'atmosfera da film noir.

Chiedere 10 canzoni tutte sulla stessa lunghezza d'onda dell'opener forse sarebbe stato chiedere la luna, nonostante ciò l'eleganza pop di questi pezzi di artigianato ci consegnano i Non Voglio Che Clara come degni eredi dell'oggi di quello che un tempo rappresentava la nobile canzone italiana popolare.

Carico i commenti...  con calma