"UUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUHHHHHH
… Gnaorglll… Brrblblbl…
…… Maukh maukh; maukkhhhh…
……… Frzzzfrfrzzz, gnuk.
Miao."

Sì, avete capito bene.
Ora, non è affatto facile comunicare cosa è di preciso la "musica" ambient nella sua accezione più oscura. Spesso è un'accozzaglia di rumori e di effetti, è un saper gestire le sonorità più opprimenti e/o ermetiche al fine di far sprofondare il malcapitato ascoltatore in una lenta e larghissima spirale di profonda introspezione, la quale a sua volta può sfociare nelle emozioni più svariate e remote (dipende dal soggetto e soprattutto dallo stato d’animo): catarsi, terrore, nirvana, vuoto, depressione, vuoto, cerchio, nuvole, zig zag, morte, vuoto, stelle, ferro, richiamo ancestrale, cacca, Cthulhu!, vuoto, vapore, vuoto, bah.
Dimenticavo… La noia.

Quest'ultima è, nell'ambient, un pericolo imminente, un demonietto in agguato dietro ad ogni flessione elettronica e ad ogni singola eco che ristagna nell'aria mentre voi, esseri impolverati e fiacchi, cercate di comprendere invano che muuu! si cela aldilà di queste dilatazioni oceaniche che scivolano fuori dalle casse del vostro pc come un miasma sepolcrale.

Bene, alcune volte non è necessario sforzarsi di capire proprio perché aldilà di tutto ciò non si cela una beneamata cippa.

Nordvargr (per esteso Henrik "Nordvargr" Björkk) è uno svedese che ha lavorato in parecchi progetti concernenti l'ambient, il noise, l'industrial e il metal estremo. Nel 2005 se ne esce con questo album, "I Morti Non Dormono Mai", dal titolo quantomai promettente ed allo stesso tempo lugubre. Peccato che non si possa dire lo stesso di ciò che offre alle nostre orecchie -e al nostro spirito. Fin dalle prime not... Ehm, dalle prime estensioni atmosferiche notiamo immediatamente che le sonorità ivi riprodotte si avviluppano e si condensano come un gomitolo di melma e gas mefitici, dipingendo ambientazioni tetre, cavernose e sotterranee. Tutto molto bello. Almeno per i primi dieci minuti.

Ed i restanti 35 minuti? Sempre lo stesso brodo, né più né meno. Sono pochi gli sviluppi che destano un minimo di attenzione, e questi non fanno altro che gettare nel pentolone ulteriori schizzi di morbosa inquietudine che però non si agganciano adeguatamente all'atmosfera abissale propria di tutto l'album, dando un fastidioso senso di scarsa coesione. Qui non c'è quell’evoluzione siderale ed imponente cara a Lustmord, non c'è il ringhio della natura di Northaunt, non c'è la magia nera dei Desiderii Marginis, non c'è nemmeno quel tocco di misticismo che illumina l'oscurità di (degli?) Inade. Qui ci sono solo rumori tumefatti, cimiteriali, ma eccessivamente prolungati, adatti a creare atmosfera per una manciata di minuti per poi dissolversi nella loro stessa formula. E in un genere come l’ambient più oscuro e viscerale questa è in assoluto la cosa principale da evitare, ancora prima di decidere quali tipi di sonorità adottare.

Forse i morti non dormono mai, ma state pur certi che con quest'album dormiranno come sassi.

Carico i commenti...  con calma