Chitarrista di prim'ordine, insuperabile nella resa (vocale e strumentale) delle melodie old-time degli Stati del Sud (Tennessee, Georgia ed Alabama in particolare), valente multistrumentista (fiddle, mandolino, dobro e banjo sono gli altri strumenti che padroneggia con disinvoltura) nonché apprezzatissimo songwriter, Norman Blake può vantare una discografia tanto ricca quanto sconosciuta, causa l'oggettiva lontananza dell'intero suo repertorio dai gusti dell'ascoltatore medio italiano.
Chi ha acquistato la colonna sonora del film "Fratello dove sei?" lo troverà impegnato ad eseguire magistralmente "I Am A Man Of Costant Sorrow", ma soprattutto ad interpretare con infinito gusto ed amore la dolcissima ballata "You Are My Sunshine", in cui si lascia accompagnare, caso più unico che raro in tutta la sua vasta discografia, da più strumentisti.
Per il resto, la fama di Norman Blake in Italia è limitata al ruolo di sessionman per artisti ben più noti, quali Johnny Cash, Joan Baez e Bob Dylan (sua la cavalcata chitarristica dell'album Nashville Skyline).
Eppure, tra la discografia di questo riservato ma simpaticissimo settantenne, spiccano alcune gemme la cui luminosità trascende ogni confine musicale, e che possono rientrare a pieno titolo in una ideale antologia per chitarra del '900. E' il caso, ad esempio, di questo "Blackberry Blossom", registrato a Chicago nell'ormai lontano 1977.
Ancora freschissimo ed attuale pur avendo oltre trenta primavere alle spalle, l'intero album risente evidentemente del particolare stato di grazia dell'Artista, che l'anno precedente aveva pubblicato il fortunatissimo "Whiskey Before Breakfast", nonché il suo primo ed unico live "At McCabe's".
Si inizia con "Are You From Dixie?", dal titolo esplicativo. Voce e chitarra, la canzone è ambientata all'epoca della Guerra di Secessione (1860-1865), l'accento e lo slang di allora vengono fedelmente riprodotti, la maestria e la perfezione tecnica del nostro sono fin dalla prima battuta in primissimo piano. Da applausi l'assolo che divide le due strofe, che in flatpicking ricrea fedelmente la melodia, arricchendola di ulteriori sfumature.
Pur rimanendo difficile scegliere un brano piuttosto che un altro (dalla deliziosa "Foggy Valley", con uno stupendo pizzicato di mandolino, alla malinconica "Lonesome Jenny", con un mesto accompagnamento di violoncello a sottolineare la tristezza della storia), mi sento di consigliare, prestando attenzione ai ricami della chitarra, soprattutto l'ascolto di "Railroad Blues", otto minuti di blues acustico a velocità stratosferica, con una pulizia del tocco ed una nitidezza del suono da lasciare di stucco.
Per gli appassionati di chitarra acustica, un'ultima annotazione: Norman utilizza qui esclusivamente una Martin D-28 del 1934, a suo tempo scelta tra la sua personale collezione di Martin e Gibson vintage, al posto delle più tradizionali D-18, molto più utilizzate dall'Artista di Chattanooga negli altri suoi lavori.
Buon ascolto!
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