Immaginate una bambina piazzata davanti alla TV che, per puro caso, incappa nelle immagini split screen delle scene iniziali di questo film. Senza sapere nulla di registi, attori o tecniche cinematografiche, rimane ipnotizzata e guarda il film fino alla fine, con pensieri confusi del genere: "Questo film è troppo cool. Mai visto niente di simile."
In questo consiste la magia del cinema: catturare lo spettatore con qualche immagine e trascinarlo a vivere un'esperienza indimenticabile, senza tormentarlo o provocarlo a resistere fino ai titoli di coda per dargli l’illusione di possedere un'intelligenza superiore.
Questo film non provoca, non intimorisce e non sconvolge. Si tratta “solo” d’intrattenimento raffinato ed elegante - doti ormai perdute - ma anche conciso, con soli 102 minuti di durata e nessuno superfluo.
La trama di The Thomas Crown Affair (1968) non ha pretese intellettuali, e funziona proprio per questo. Il milionario annoiato Thomas Crown decide di organizzare una rapina perfetta con una banda di malviventi che non conoscono lui e non si conoscono tra loro, idea quest’ultima che verrà ripresa anche da Reservoir Dogs, ma in modo molto più dark. Le prime, indimenticabili scene del film mostrano la rapina con il famoso split screen, che verrà utilizzato con parsimonia anche nel resto del film.
Naturalmente, la polizia brancola nel buio finché non entra in scena Vicky Anderson, investigatrice delle assicurazioni: troppo bella, chic e perfetta per essere credibile, ma buon personaggio da film. A lei non interessa la giustizia: punta al 10% della ricompensa per il recupero del bottino e, già che c'è, a stuzzicare Thomas il ladro più sofisticato della storia del cinema. Flirta, lo provoca, lo manipola con stile.
Tra le scene più celebri, la partita a scacchi tra Steve McQueen e Faye Dunaway: lei in un nude dress che ovviamente attira più attenzione della scacchiera, lui che prova a concentrarsi sugli scacchi ma non ha nessuna speranza di riuscirci.
La conclusione, volutamente ambigua, con Vicky indecisa se scegliere la felicità o il suo 10% è la ciliegina sulla torta.
Il film è entrato nella storia per il suo stile innovativo, per due star al culmine del loro sex appeal, per la canzone vincitrice dell'Oscar (The Windmills of Your Mind). Regia di Norman Jewison, che sapeva come mescolare lusso, adrenalina e seduzione in un cocktail equilibrato per un film che non deve essere analizzato, ma solo DE-gustato.
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