Un sabato sera mi ritrovo ad andare al solito pub, uno dei pochi locali che non sia strapieno di truzzoni dalle mie parti. Come al solito, c'è una band a suonare, quella sera i Novadeaf. Entro e vengo accolto da "Pass Me By", uno dei pezzi del gruppo. Mi piacciono subito, tant'è che alla fine della serata mi decido a sborsare 5 euro per mettere le mani sul loro cd autoprodotto.
I Novadeaf propongono un pop-rock non certo innovativo, ma comunque di ottima fattura. Le canzoni dell'album della giovinezza non risultano mai banali, probabilmente per i diversi background musicali dei 5 componenti, provenienti chi dal jazz, chi dal blues, chi dal progressive e chi dal pop. Il cd è un'alternarsi di pezzi più grintosi, come l'iniziale "Moving Lights" e "Beautiful Things", a dolcissime ballad tra cui spiccano "October Sun" e "The Cold Room", a mio parere il pezzo migliore del disco.La voce di Federico Russo riesce a essere dolce senza essere melensa, e si adatta alla perfezione allo stile della band, che ricalca soprattutto quello tipicamente brit-rock dei Radiohead di "The Bends", con una strizzata d'occhio ai Pearl Jam, ai R.E.M e alla new wave. Il tutto è accompagnato da un songwriting molto intimo e personale e da un'eccellente qualità di registrazione, nonostante l'album sia stato completamente registrato a casa del batterista.
Tirando le somme, questo album della giovinezza non porta nessuna innovazione, ma è un prodotto sicuramente da apprezzare per la sua ottima fattura, per la grande perizia tecnica dei musicisti e, non per ultime, per le emozioni che riesce a trasmettere. Sperando di avere l'occasione di vederli ancora dal vivo.
Carico i commenti... con calma