Era da un po' che l'inflazionato genere della patchanka non riusciva a risvegliarmi dal torpore del mero ascolto disinteressato e distaccato. Non ho mai amato l'accostamento di ingredienti che non avessero dei legami benché minimi tra loro. Ho sempre considerato la patchanka una unione pacchiana e cafona di elementi che distaccati avrebbero avuto un loro perché.

"Atto Secondo" , invece, ribalta le mie convinzioni. "Atto Secondo" non è la patchanka che ci ha tormentati per anni al ritmo di "Tum-pa Tum-pa". I Nuju sono capaci di rivoluzionare il termine e nobilitarlo. I Nuju sono musica d'autore, testi impegnati e interessanti, a volte un pò ingenui; ma è una questione di tempo e di età; e questo "Waits" Jonico la stoffa ce l'ha e ce l'ha tutta.

Interessante, visionario e scanzonato il singolo "Disegnerò". In rete, impazza un videoclip che non rende piena giustizia ad un brano che in sé ha sceneggiature di ben altra levatura e riferimento.

I Nuju si occupano, ora, di frenesia della società, dopo la precarietà raccontata nel disco precedente. Sostengono che oggi bisogna star in bilico ma nello stesso tempo andare veloci e non cadere e che questo riduce tutto all'allontanamento dai rapporti umani, dall'etica e dalle ideologie; e probabilmente non hanno torto.

I Nuju raccontano con ironia e, da calabresi, si rifanno alla lezione di Rino Gaetano. Tentano di miscelare il folk-rock con la musica d'autore e ci riescono, sperando che un giorno la buona musica possa incontrare l'interesse di coloro che muovono i fili di ciò che viene chiamato "Pop".

Cammei interessanti quelli del "Ramblers" Francesco Moneti che impreziosisce il primo atto (Parto) di "Atto Secondo", uno dei brani, a mio giudizio, più riusciti dell'album e quella "Movement" dove sperimentazione world, elettronica e grinta sono ben bilanciati forse grazie a quel pizzico di sapido mediterraneo che la multi-percussione del Mandara Gennaro de Rosa ci regala.

Atto Secondo è il disco della crescita dei Nuju, ci assicura che la strada intrapresa è quella giusta, che la band è coesa, le idee sono vive e gli strumenti per esprimerle ci sono tutti.

I Nuju sono un prodotto colorato e luminoso, come i coriandoli e le liriche di Fabrizio Cariati, stabili e sicuri come le chitarre di Marco Ambrosi, impertinenti e naif come le batterie di Stefano Stalteri, sinceri e generosi come le percussioni di Roberto Simina, equilibrati e discreti come i bassi di Giuseppe Licciardi e introversi e poetici come le fisarmoniche di Roberto Virardi.

Atto Secondo è una risposta dirompente e secca a quella nuova corrente di musica d'autore povera di costruzioni musicali, scialba di contenuti, carica di vacuità che indossa abiti intellettuali e che si nasconde dietro il nome di : cantautorato Indie.

Se l'alternativa al nazional popolare è il cantautorato indie ascoltiamo tutti "NUJU" (trad.calabrese per Nessuno). E' la musica "acuta", come questa, che merita gli spazi e i riconoscimenti "d'autore".

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