Dopo lo scioglimento degi Extreme, i quattro componenti del gruppo decisero di intraprendere strade diverse: c'è chi cadde quasi completamente nell'anonimato in ambito musicale (il bassista Pat Badger), chi si unì ad una formazione storica dell'hard rock, i Van Halen (il cantante Gary Cherone, che pubblicò con loro il cd "III"), con risultati su cui è meglio sorvolare; e chi, come Nuno, il personaggio più carismatico del quartetto di Boston, decise di lanciarsi in un'avventura solista.
Pubblicato nel 1996, un anno dopo l'uscita del, commerciamente parlando, bistrattato "Waiting for the Punchline", ultimo album degli Extreme fino ad oggi, questo "Schizophonic" racchiude in sè le mille sfaccettature e influenze della carriera di Nuno; musicalmente si tratta di un cd molto vario, in cui ogni canzone si discosta quasi completamente dalla precedente, con l'unica base comune rappresentata dall'abilità del portoghese alla sei corde.
Se è difficile classificare questo lavoro all'interno di un unico genere, si può però dividere in due tronconi nettamente separati: da una parte le canzoni a firma esclusiva di Nuno, dall'altra quelle realizzate in collaborazione con Anthony J. Resta, produttore, ingegnere del suono e polistrumentista (al lavoro anche con i Duran Duran): le prime di stampo puramente rock con qualche sterzata nel punk ("2 Weeks in Dizkneelande"), le seconde invece sconfinano nel campo della psichedelia e dell'elettronica ("Fallen Angels", "Karmalaa", dove si sprecano gli inserti di sintetizzatori, batterie campionate ed effetti vari). Tra di esse trovano spazio anche due lavori scritti a quattro mani da Nuno e da Gary Cherone, probabilmente risalenti agli ultimi periodi di vita del combo di Boston e scartati durante la lavorazione dell'ultimo loro cd; Gary presta inoltre la propria voce in un pezzo, intitolato semplicemente "You".
Se da un lato questa diversificazione è indice di grande capacità di adattamento e di conoscenza di diversi generi e stili musicali e anche di una qualche voglia di innovazione, dall'altro finisce anche per essere uno dei punti deboli dell'album: troppa frammentarietà, troppe influenze che finiscono per cozzare tra di loro, dando vita ad un prodotto non brutto, ma certo neanche un capolavoro, capace di far rimpiangere sempre più i bei tempi degli Extreme che furono.
Tra alcuni buoni brani, come l'opener "Gravity", hard rock grezzo e diretto, la AOR "Fine by Me", melodica e trascinante al tempo stesso (dove si segnale anche la presenza di Mike Mangini alla batteria), e la stessa "You", caratterizzata dal contrasto tra l'azzeccato ritornello e la melodia ipnotica e soffusa delle strofe, si posizionano brani francamente inutili e in alcuni casi, persino brutti: "Confrontation" è un banale rock melodico, dove traspare comunque una certa riflessione interiore, tanto cara a Nuno fin dai tempi di "III Sides to Every Story" degli Extreme, "Fallen Angels" risulta a tratti irritante con la sua melodia basata quasi unicamente su suoni campionati e sintetizzatori; persino dove si trovano dei buoni spunti nei ritornelli o negli assoli (come in "Severed" o in "Note on the Screen Door"), il suono artificiale arriva a rovinare tutto.
Tutto il cd è un susseguirsi di alti e bassi: tra i primi, merita sicuramente una citazione la dolce "I Wonder", un malinconico sguardo di Nuno sulla vita dei propri genitori e l'ipnotica e malinconica "Got to Have You", dal testo semplice, ma toccante. La sdolcinata "Crave", scelta anche come singolo, la trascinante "What You Want" dal testo tremendamente infantile, le veloci "Swollen Princess" (dove compare ancora Mangini dietro le pelli) e "Hop the Train" (altro singolo) e il ritmo country di "Pursuit of Happiness" chiudono il disco, non aggiungendo nè togliendo nulla al lavoro.
Un lavoro senza infamia e senza lode, quindi... sinceramente alcune scelte mi hanno lasciato perplesso, ma la vera attitudine di Nuno è forse proprio questa, non tanto quella che traspare dai suoi lavori con il gruppo che l'ha reso famoso, e alcuni lavori successivi lo hanno dimostrato: il portoghese sembra voler sempre esplorare le varie influenze e contaminazioni della musica, rock in particolare, ma anche di altri campi; certo le cose migliori le ottiene sempre quando a prendere il sopravvento è la parte più connessa con il suo strumento, da cui è sempre capace di tirar fuori riff irresistibili e assoli ragionati e mai consistenti in un mero sfoggio di tecnica.
Consigliato solo ed esclusivamente agli appassionati del personaggio o ai collezionisti, dato che è quasi introvabile; per gli altri, molto meglio virare sull'ultimo lavoro dei suoi Dramagods o aspettare il frutto della reunion degli Extreme, in uscita quest'anno: magari meno spazio per la sperimentazione, ma più posto per il suo funk-rock, ormai vero marchio di fabbrica.
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