Steven Stapleton non è solo il più fedele dei collaboratori di David Tibet e presenza costante nei lavori dei Current 93, ma è anche e soprattutto la mente che sta dietro al progetto di musica sperimentale Nurse with Wound.

Attivo fin dalla fine degli anni settanta fra i primi mover della scena industriale britannica, Stapleton si è saputo nel tempo ritagliare il suo posticino di tutto rispetto nella storia della musica scassatimpani accanto a gente come Throbbing Gristle, Foetus, Boyd Rice, Jim O'Rourke e Merzbow, con i quali ha sovente collaborato. Fra tutti questi terroristi sonori, forse Steplaton è quello che ha saputo sviluppare il suo percorso in modo più riflessivo e personale, rasentando l'autismo più assoluto nella determinazione e nell'intransigenza con cui ha inseguito e catturato le sue visioni artistiche. Ispiratasi alla filosofia dei dadaisti e dei futuristi di inizio novecento e all'arte surreale dei vari Dali e Lautréamont, la musica di Stapleton è un industrial cervellotico che nasce dall'azione incrociata di improvvisazione, manipolazione ed assemblaggio. Un modus operandi che ricorda da vicino gli esperimenti di collage e manipolazione elettronica di artisti come Stockhausen e Karlheinz, e le esplorazioni drones-ambientali di LaMonte Young. Una maniacale operazione di ricerca e vivisezione sonora in cui i suoni vengono prodotti, tagliuzzati, scomposti, manipolati, mescolati ed assemblati in composizioni caleidoscopiche in cui tutto sembra accadere per puro caso, quando in realtà tutto è funzione di un disegno ben preciso. Si potrebbe dire che mai il caos è apparso egualmente organizzato e razionalmente concepito e costruito.

“Chance Meeting Of A Sewing Machine And An Umbrella On A Dissecting Table”, “Homotopy To Marie”, “Soliloquy For Lilith”, “Salt Marie Celeste”, “Acts Of Senseless Beauty”, “Man with the Woman Face”, senza pretese di esaustività, sono fra gli episodi più rappresentativi di una sterminata produzione discografica, che, fra album ufficiali, Ep, singoli, remix, split e collaborazioni varie conta veramente un'elevatissima mole di uscite e pubblicazioni. “Thunder Perfect Mind”, l'album che mi accingo a recensire, è una buona finestra da cui affacciarsi e dare un primo sguardo al mondo allucinato di questo artista. Ma non solo, “Thunder Pefect Mind” è pure il “sister album” del ben più noto omonimo album dei Current 93 (usciti entrambi nel 1992), e per questo potrà risultare di estremo interesse per i fan di questa band. E il contributo di David Tibet, di John Balance, dell'onnipresente Rose McDowall e di molti altri personaggi più o meno noti della scena dark-industrial britannica non fa che rendere il tutto più allettante. Fughiamo subito ogni dubbio: musicalmente parlando, l'opera dei Nurse with Wound non ci incastra un'emerita mazza con il folk bucolico di Tibet, e le uniche analogie con il capolavoro dei Current 93 sono rinvenibili esclusivamente a livello concettuale.

Composto da due lunghe composizioni, il “Thunder Perfect Mind” vergato Stapleton non fa che ribadire la visione estetica del suo folle mastermind. I 24 minuti di “Cold” si basano su un pulsare frenetico su cui si va ad innestare progressivamente tutto un corredo di suoni sconclusionati ma perfettamente orchestrati che vanno a simulare un organismo all'orlo del collasso: scricchiolii, campanelli, allarmi, fischietti, xilofoni, pentole, trapani, compressori, telegrafi impazziti, frequenze radio, voci distorte, cani che abbaiano, percussioni di ogni tipo, tutto concorre a creare un sistema di instabilità da cardiopalma, in cui i vari elementi si sovrappongono, s'inseguono e si danno sapientemente il cambio in arguti intrecci, fino alla catarsi finale, descritta dai gelidi sinth e il battito sgrammaticato di una macchina da scrivere. Uno stato di perenne tensione che potrebbe fungere da colonna sonora ideale per un'avventura di Tom & Jerry d'oltretomba. Un collage mai fine a se stesso che si fa apprezzare per il taglio ironico e sarcastico di certi passaggi (che palesa la personalità complessa e peculiare di Stapleton, distante anni luce dagli standard di seriosità assunti da altri esponenti della scena), ma soprattutto per la varietà e la dinamicità delle sue evoluzioni, che tengono ben desta l'attenzione dell'ascoltatore per l'intera durata del brano.

Tutt'altra cosa è l'ambient catacombale dei 33 minuti di “Colder Still”, che ci riporta alle sperimentazioni esoteriche dei primi album dei Current 93. La catastrofica apertura sinfonica è solo l'inizio: per il successivo quarto d'ora la traccia si assesta su un ambient ascetico in cui i fraseggi minimali delle sinth si intervallano a squilli di trombone, ai versacci di Tibet e al canto remoto e quasi impercettibile della McDowall. A movimentare il tutto, verso il 17° della ripresa troviamo un folle e terrorizzante remix di “Rosy Star Tears from Heaven” (dal “Thunder Perfect Mind” by Current, unico legame apparente fra i due album) che la spoglia della veste folk e si concentra esclusivamente sulle vocals spiritate di Tibet e su quelle oblique di Balance. Archiviata questa parentesi, la traccia proseguirà all'insegna del rito cerimoniale celebrato dal sensuale recitato della McDowall al ritmo sincopato di un tappeto di percussioni dal sapore mediorientale che richiama alla mente i Popol Vuh di “In Der Garten Pharaos”. Non è certo musica di facile ascolto, questo si sarò capito (come del resto si sarà capito che c'è bisogno di una bella dose di masochismo per intraprendere esperienze del genere), ma non è nemmeno musica di facile concepimento, ed è questo che fa di Stapleton un artista unico e assolutamente inafferrabile. Non è musica che coinvolge e che rapisce, forse non è nemmeno musica, è un qualcosa che si avvicina di più ad un'equazione matematica che ad un'opera d'arte, e per questo si viene inevitabilmente a creare una distanza fra l'oggetto e il soggetto, il quale può al massimo contemplare dall'esterno le architetture di questa cattedrale di suoni, ma non penetrarvi ed entrare in contatto con la sfera intima del creatore.

Questo è cibo per il cervello, niente più niente meno. Stiano alla larga i passionali e gli amanti della melodia.

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