"Arid". Full-Length uscito nel 2009 firmato Nyctophobia. Durata totale: 46:30.

Album totalmente strumentale. Con la totale mancanza di vocali, quest'album, più ripetitivo e ossessivo che mai, dalle track abbastanza lunghe (50 minuti per 3 canzoni), meno lento degli altri ma ugualmente cupo e opprimente, mi sembra che abbia poco del Funeral e sia invece più intaccato dal Drone. Tranne "Thrist", la prima track. 

"Thrist", l'unica di "Arid" definibile veramente Funeral Doom, (anche se contaminata dal Dark Ambient), della notevole durata di 18 minuti e 6, parte con il solito ritmo lento, spezzato solo da alcune note di pianoforte sparse. Musica da mortorio, solo la batteria sembra avere ancora in sè un soffio di vita. Non molto da dire, poichè la track è quasi sempre uguale, e solo verso i 13 minuti si nota un cambiamento: la chitarra ammutolisce, per poi riprendere a 16 minuti; c'è un intermezzo interessante in cui qualche nota di piano si fa avanti, mentre la batteria tiene in tempo lentamente, e il basso, inudibile per il resto della canzone, pizzica le corde, per poi tornare coperto dal suono della chitarra fino a fine track.

"Under the Midday Sun" comincia subito con un ritmo che sembra venire da lontano, seguito da suoni "sgradevoli", tipici del Drone, che graffiano il timpano con forza: questi rumori vanno e vengono, sembrano fastidiosi soffi di vento; la chitarra fa il suo sporco lavoro, e sporco è proprio il termine giusto: infatti si amalgama con lo stridore dei suoni di sottofondo dando vita ad una perfetta alchimia distorsiva. Dopo 4 minuti a ripetersi, rallenta ulteriormente e si abbassa di tono, e apparte qualche sporadico colpo sulla batteria, tutto ciò che si può udire è puro rumore, seppure calmo. Verso i 14 minuti ricomincia il ritornello distorto, ed infine si avvia alla chiusura: gli strumenti ed i rumori di sottofondo tacciono, lasciando che una specie di ambient concluda la track.

Parte "Exausthion", che sembra una fusione delle precedenti, anche se in essa si può notare uno strano tocco stile Celtic Frost che devo dire mi è piaciuto. L'effetto Drone è ridotto al minimo essenziale, di Funeral, a parte la lunghezza se volete, (10:16 minuti) non c'è proprio niente, la definirei quindi una track Dark Ambient, corrotta da questa ripetizione portata all' estremo, considerando che la "canzone" altro non è che il costante ripetersi di un ritornello, in cui la batteria da due colpi alla grancassa e uno al piatto, la chitarra rumoreggia e il basso sembra assente, il tutto dall' inizio alla fine.

Non posso certo definire "Arid" un bell'album rispetto ai canoni classici, anche nel Funeral Doom, Drone e Dark Ambient non è niente di eccezionale, ma devo dire che ne sono molto soddisfatto. Non lo metterei fra i miei album preferiti, ma è davvero interessante.

Di certo non è consigliabile a chi non apprezza al genere, e forse anche all'interno di quest' ultimo c'è chi faticherebbe a capirlo per quello che è. Va ascoltato certamente più e più volte; per me rimane comunque un album da 4 stelle.

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