Liam e Noel Gallagher sono due figli di zoccola con dei moci vileda al posto delle sopracciglia. Questo è un fatto assodato. Bonhead, Guigsy, Alan White? Un contorno di bastardi in brodo vegetale che non aggiunge (per fortuna) nulla.

Tre froci che stavano lì solo per fare casino e bere birra e poi, e poi Bonhead è un rognoso con gli occhi a palla come quelli di un pesce morto, un sottoproletario che puzza come una scatoletta di tonno al naturale aperta da sette anni. L’andropausa di un mondo. La tragedia del negativo. La tragedia dei Gallagher. Il problema è che quei due grandissimi stronzoni si sono disintossicati. Quella protesi della sua stessa minchia (che non è altro) di Noel Gallagher ha smesso di tirare merda su per il naso, la cocaina ha smesso di bruciargli le mucose e lui ha smesso di scrivere quella specie di sudiciume che, se vogliamo, dopo una botta in testa, poteva anche essere passabile come musica.

Ma niente di strepitoso: la colonna sonora ideale da tenere in sottofondo mentre provvedi all’igiene orale e passi dall’arcata dentaria inferiore a quella superiore. Ora quel minchia ci propina unicamente roba somministrabile solo a un ego generosamente carburato a latte di capra e cipolle fritte. Ma insomma! E noi.. lì, ad ogni album: questo è l’album della rinascita! Qui faranno un botto! Ma chi, ma come, ma che cosa!!! Col cazzo che compro un altro dei vostri dischi, tiè! Il primo barlume di diarrea è stato partorito con “Be Here Now”: una nenia sfrancica gonadi che dura undici tracce più il finale di “All Around The World” come traccia nascosta, bravi, bis, un altro di questo! Tua suocera.

Il disco inizia con “Do You Know What I Mean” e Liam Gallagher lì che inizia a lamentarsi così, un ibrido tra uno che è in preda a un attacco di colite spastica e un altro a cui hanno infilato un pezzo di legno nel culo. Una merda che va avanti per cinque minuti buoni, fin quando non decidi che ti sei completamente scacato e cambi canzone. Olè! Alziamo gli amplificatori! Questi cinque tossici a pois di Manchester pensano di essere i figli adottivi di Maynard dei Tool. Andate a sfracellarvi contro un muro. Poi c’è "Magic Pie: ora, dico io, chi ha dato il permesso di cantare a Noel Gallagher, quel cane di caccia bastardo, un lurido rosso pel di carota, uno stronzo in argento ottocentoventicinque, uno che sul palco dovrebbe salirci solo per smontarli i microfoni.. mah.. E ora due litanie speciali per teenagers che si spruzzano nelle mutande: “Stand By Me” e “I Hope I think I Know”... basta, per favore, andate a scopare, andate a legna, andate a un concerto di Povia, fate qualsiasi cosa. Musicalmente è finto, finto in maniera imbarazzante, roba che persino Boy George o quei tre cornuti che cantano “ Vamos A La Playa” avrebbero potuto inventarsi qualcosa di meglio, avendo come paroliere Nino Buonocore. Ma chi cazzo se l’ è comprato sto disco nel novantasette? Voglio i vostri nomi! Siete voi i nuovi terroristi, ma avete idea di che casino avete combinato sparando in giro per il mondo questi cinque tagliapalle assurdi???? Lo schifo emerge in tutta la sua completezza quando arriva “ Fade In Out” , la canzone che Natale Gallagher ha scritto mentre si faceva una pugnetta orchestrale sul tappeto nel bagno di casa sua guardando una foto di Cesara Buonamici, poi ha chiamato quell’altro finocchio immondo di Johnny Depp a suonare la slide e olè! Un bel piatto di genuina merda fumante, per tutti, per voi, anime pure del mio bidet. Il mio intestino inizia a chiamare l’ unità di crisi quando arriva “All Around The World” . Davvero non ci sono parole, basta sul serio, sono disgustato, a che cazzo mi serve quella chitarra acustica in mezzo a tutto quel casino? Vabbè. . siamo quasi alla fine, un’ altra striscia di coca e parte “It’ s Getting Better” .

E’ finita: avresti solo voglia di prenderli tutti quanti a calci nel culo fino a fargli seccare le palle, ma dico davvero, credetemi, uno schifo di melassa sdolcinata, pseudo ribelle per ultrapensionati novantenni che si pisciano nei mutandoni di lana. Avresti solo voglia di infilare una mano in bocca a Liam Gallagher e strappargli le tonsille per quanto fa schifo la sua voce da casalinga disperata che tromba con il commesso della “Folletto” . Prego madre natura di infradiciarlo di grappoli di foruncoli sul pene.

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