Introduco questa recensione spiegando ai fan della band di Manchester (spero accorrano in molti) il motivo delle 4 stelle attribuite a questo disco.
Innanzitutto, Noel Gallagher aveva affermato, poco prima di pubblicare questo CD, che il loro nuovo lavoro sarebbe risultato tra i migliori della loro carriera, addirittura migliore del loro primo successo, "Definitely Maybe", uscito nel '94. Falso! Credo e spero che tutti voi sappiate quanta fama e gloria riscontrò il loro primo, unico ed inimitabile capolavoro, che tutti i sostenitori (me compreso) rimpiangono. In parole povere, escludo che i mitici ubriaconi riusciranno a fare un CD della stessa fattura di "Definitely Maybe" o anche "(What's The Story) Morning Glory?", disco della loro consacrazione a livello internazionale.
Resta comunque il fatto, che c'abbiano provato, e nonostante tutto, ci siano comunque andati vicini. "Don'T Believe The Truth" è un ottimo disco, completo, e contenente bellissime canzoni. Si parte subito al massimo. "Turn Up The Sun" è una più che ascoltabile canzone satura di energia rock e prima song scritta dal bassista Andy Bell. Riassumendo, questa track apre in modo egregio il disco che via via sto descrivendo. Troviamo subito dopo "Mucky Fingers", scritta dall'anziano del gruppo, Noel (classe '67 per il mitico chitarrista), che ricorda tanto quelle dolci melodie degli anni '70, ma purtroppo si ripete all'infinito e si elegge la peggior canzone dell'album. Ecco a voi uno dei singoli più ascoltati dell'estate 2005, "Lyla", sonata rock energica e scatenata, dove Liam Gallagher vuol chiaramente far capire che nonostante i 14 anni di carriera, la voce ce l'ha ancora, e riesce a regalare emozioni infinite a chi ama e continuerà ad amare la musica della rock band che ha cambiato il mondo dopo la fine della grandiosa "BeatlesMania".
"Love Like A Bomb" è una bella canzone, molto armoniosa e rilassante, non come "The Importance Of Being Idle", scatenatissimo singolo scritto anch'esso da Noel. Si arriva a metà del CD con "The Meaning Of Soul" un altro cambio repentino al sound, un calcio alle tradizioni brit-pop del gruppo con sonorità quasi punk. Purtroppo dura poco, troppo poco. "Guess God Thinks I'm Abel" è la canzone successiva e dopo tanto fatidico tempo ritroviamo il "one, two, three, four" di Noel ad introdurre il pezzo. Sembra parlare quasi di Liam e Noel questa canzone: i Caino ed Abele del rock britannico e mondiale. La canzone ha un bel suono acustico, tranne il finale che è un pò sperimentale. "Part Of Queue", pezzo che suona molto come qualcosa di "già sentito"è comunque nel complesso molto orecchiabile. Bella anche "Keep The Dream Alive" (usato come promo single) e "A Bell Will Ring" ma non come la stupenda "Let There Be Love", calma e rilassante canzone, dove le voci di Liam e Noel si alternano in maniera divina e chiudono in bellezza un bel disco.
Dedico questa recensione a Bisius, con il quale sono entrato in un rapporto di estrema stima. Un informazione a chi segue gli Oasis: il 20 Novembre uscirà la raccolta "Stop The Clocks", insieme delle canzoni che hanno fatto la storia degli Oasis e non solo.
SHIT HOLE!
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