E strano come un solo disco ti possa cambiare una giornata e riuscirlo a sentire per 4 o 5 volte nell'arco di 24 ore, mi e capitato per "(What's The Story) Morning Glory?", album del 95 degli Oasis.

Questo è indubbiamente il capolavoro dei fratelli Gallagher, che ha portato alle orecchie di tutti le sonorita brit-pop che con l'ondata del grunge erano ancora soffocate. Gli Oasis non hanno fatto nulla di originale, ma sono riusciti a mescolare e riportare alla luce, soffiando via la polvere, diversi stili. Molti giudicano gli Oasis come i Beatles suonati dai Sex Pistols, però questo è un giudizio superficiale della loro musica. E vero che hanno una  melodia ed armonia di pura impronta liverpooliana, un suono grezzo e un muro di chitarre tipico punk, ma oltre a questo bisogna riconoscere la loro genialità nell'arrangiamento, nella capacità di trovare una ottima cantabilità (sebbene la repititività dei temi può essere stancate, invita anche il più loro acerrimo oppositore a canticchiarne il motivetto). C'e originalità nei cori, la maggior parte in falsetto, tipici da Oasis e l'uso di strumenti usati come tappeto per creare sempre più pienezza e corposità alle canzoni.

Altro punto da trattare è la voce nasale e cantalenante di Liam, che dà indubbiamente un pizzico di originalità e si lega benissimo all'ambiente creato dagli strumenti. Nulla da togliere al fratello, forse solo un più chiuso nei canoni del cantante per "divertimento", dando meno espressività ed interpretazione.

In coclusione i punti forti di questo disco sono la reimpretazione di musica tipica anni sessanta con sonorita più dure e i tratti distintivi del punk (dalle sonorità distorte, dall'aggressività di alcuni riff e dalla vita sregolata dei componenti della band), le ottime melodie facili da tenere a mente e di grande popolarità, il suono delle chitarrre grezzo e con molto riverbero. Come caspetti negativi, oltre alla scarsità tecnica e alcuni tratti banali e scontati (ma che nello stesso tempo sono punto di forza per la loro popolarità), bisogna rendersi conto che album come questi difficilmente riescono più di una volta ad una band e che quindi i lavori successivi hanno fatto rimpiangere questo disco.

Dando uno sguardo alla playlist si può subito capire il valore dell'opera, in un solo album sono racchiusi almeno 3-4 brani che rimarranno nella storia del rock e che hanno contribuito a creare il mito degli Oasis. Forte è l'influenza dei Fab Four di Liverpool; "Wonderwall" e " Don't Look Back In Anger" si possono anche considerare un tributo al quartetto, sottolineato addirittura dall'intro di quest'ultima che riprende la famosissima "Imagine" di Lennon. Con "Don't Look Back In Anger" inizia a prendere per la prima volta il microfono Noel, che poi inciderà ancora in altri album. Altri brani decisivi dell'album sono "Roll With It" e "Champagne Supenova" inni all'eccesso del divertimento che hanno da sempre caratterizzato i due fratelli inglesi, il primo pezzo più aggressivo e scanzonato il secondo delicato e malinconico sembra quasi allontanarsi dal sistema serrato del metronomo, dilatando i tempi e concludere con tranquillità l'album. "Morning glory" sarà invece il brano che darà il titolo all'album, la "gloria mattutina", altro non e che l'erezione che sorprende noi maschietti  al nostro risveglio. A parte l'ironia, il brano presenta i rumori della giornata cittadina che si legano al suono acido della chitarra di Noel. Questi rumori non sono di certo messi a caso, ma legano l'uno all'altro i brani e questo succede anche con "Champagne Supernova" che inizia con il suono delle onde. Questo passaggio tra rumore e suono descrive il paesaggio sonoro che le 2 canzoni ci vogliono mostrare, la frenetica vita cittadina e la tranquillità di una frana di piaceri.

Sotto il peso di questi macigni di brani fanno capolino (e non sono di certo meno meritevoli) la speranzosa "Some Might Say" primo singolo a raggiungere le vette delle classifiche, "Cast No Shadow" dedicata  al cantante dei The Verve, "Hello" che apre l'album, "Hey Now" e "She's Elettric". Ci sono anche 2 brevi tracce, stralci quasi rubati di nascosto dalle registrazioni, piccole jam che servono da collante tra i brani. Ci sarebbe ancora molto da raccontare di questo album, ma non vorrei annoiarvi troppo.

In conclusione non riesco a capire come due apparenti insesibili bevitori di birra possano fare canzoni così tanto emozionanti.

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