Il ritorno degli Xecutioner.

Già. Il monicker degli esordi torna a fare da padrone nel lavoro musicale dei floridiani Obituary.
Dopo dello stellare "Frozen in Time", un ritorno in grande stile per i deathsters americani, a distanza di due anni il combo del necrologio torna con un lavoro purtroppo molto sottotono.

Prima di iniziare, ho da fare una domanda al caro Tardy: cosa c'entra Ralph Santolla con il sound degli Obituary? I suoi fraseggi melodici e i suoi assoli dal forte sapore virtuosistico mal si sposano con il classico sound dei floridiani: un sound che faceva dell'assenza melodica un punto di forza, che poteva creare attacchi di panico con il solo suono claustrofobico del mitico Allen West, che non ha preso parte alle registrazioni e al tour perchè in galera. Ralph Santolla era sicuramente l'eroe dei nuovi Deicide, ma il compito eroico svoltosi nelle file del Deicidio non si ripete, ed ogni suo passaggio sembra fuori luogo, di troppo. E questo grosso difetto è solo uno dei tanti che porta questo "Xecutioner's return" ad essere nettamente inferiore al predecessore "Frozen in Time", già ultra-criticato ma apprezzabile perchè era un ritorno che si sposava nettamente con il classico sound Obituary.

Qui, a partire dall'iniziale "Face your God" si avverte la sensazione che gli Obituary si emulino all'infinito, senza possedere più quell'attitudine al marcio e al violento che tanto ci piaceva, senza contare le inutili sfuriate solistiche di Santolla che troverei azzeccatissime in qualsiasi altra band ma non in una band così peculiare come i floridiani! Il riffing pesante e decadente dei passati "Cause of death" e "Slowly we rot" è solo parzialmente imitato in "Lasting presence" e la buona "Evil ways", sicuramente l'unico brano degno di nota in tutto il disco, ma è solo una pallida ripresa di un sound che aveva una propria personalità, cosa che qui manca. Manca in ogni canzone del nuovo album, una certa aggressività nei riff, manca quel senso "malato" che ogni brano storico degli Obituary possedeva fino a 2 anni fa.

Santolla non arrichisce il sound, nè i brani, ma li svilisce togliendo quelle caratteristiche peculiari degli Obituary, come nelle continue aperture melodiche in "Drop Dead" o in "Blodshot".
Brutte "Seal your fate" assieme a "Lies" mentre un piccolo salto di qualità sono "Contrast the death", una lunga maratona death con un ottimo riffing lento e decadente e la finale "In your head" in cui Santolla, finalmente fa un discreto lavoro.

Uniche note positive? I fratelli Tardy: John ha uno stile vocale inconfondibile mentre la sezione ritmica del fratello Donald è una garanzia, sempre e comunque.

Da cancellare questo lavoro, noioso e fastidioso, poco personale, una sorta di continua autocitazione. Un disco per nulla impeccabile, che ha poche frecce per il proprio arco. Un ascolto pesante e sconsigliato.

Carico i commenti...  con calma