Una pietra miliare per gli amanti del britpop, un gran bel disco di pop rock per gli altri.

Il terzo album degli Ocean Colour Scene uscì nel '97 e scalzò dal primo posto in classifica "Be Here Now" degli Oasis, anche se solo per una settimana, e consacrò la band di Birmingham  come una delle più apprezzate in Inghilterra, anche se se lo meritavano già da "Moseley Shoals". Il successo oltreoceano però non arrivò e gli OCS attraversarono una fase di transizione che li accompagnò fino ai primi anni del 2000. Ascoltando questo disco comunque resta un mistero il fatto che siano rimasti semisconosciuti in America e nel resto d'Europa.

Gli ingredienti sono quelli classici del britpop: occhio di riguardo ai grandi della British Invasion degli anni Sessanta, melodie di grande impatto, look e tagli di capelli mod, il tutto guidato dalla voce biascicata di Simon Fowler e dalla chitarra di Steve Cradock, evidentemente  cresciuto a pane e Stone Roses. Si parte in quarta: il riff ‘Ledzeppeliniano' di Cradock introduce "Hundred Mile High City", open track e primo singolo. Il primo pensiero che si ha, ascoltando, è all'incirca: "Cazzo, questi suonano davvero bene!" (ascoltare "All Up", la sesta traccia strumentale, o la coda di "It's A Beatiful Thing" per credere).    "Better Day" è la ballata killer, fatta apposta per sbancare le classifiche e finire sull' I-pod (ma, considerando che siamo nel '97, sul walkman) di tutte le ragazzine britanniche con aspirazioni mod. E bisogna dire che  è anche molto piacevole, così come la sua compagna ideale "Get blown away", dodicesima traccia, mentre "Traveller's Tune", la migliore dell'album per il sottoscritto, combina suoni e batteria à la Stone Roses con un ritornello che sembra un outtake di "Exile on main street" degli Stones.

Gli Oceans Colour Scene si confermano quindi soprattutto come grandi autori di canzoni, sia nei pezzi più movimentati, mai troppo a dir la verità ("Spark And Cindy", dove si riaffacciano gli Stone Roses, o "Tele He's Not Talking") che nei lenti ("Big Star", "Foxy's Folk Faced", "It's A Beatiful Thing", duetto di Fowler con la cantante soul P.P. Arnold), riuscendo però a crearsi un proprio stile e un proprio sound immediatamente riconoscibile. Consigliato non solo agli amanti del genere (gli OCS sono uno di quei gruppi che ti fa essere apprezzato durante le conversazioni, al contrario degli Oasis.. sigh).

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