Fearless Records è senza ombra di dubbio tra le poche label odierne a saper creare spasmodica attesa dietro a ogni sua release. Una dote commerciale non da poco, se si pensa che un giovane quintetto di metallari new generation come i britannici Oceans Ate Alaska siano oggigiorno tra le band più citate e chiaccherate nel Regno Unito e negli States. Come spesso accade la stampa locale tende a idolatrare i propri figli arrivando quindi a capire che la verità sta quasi sempre al centro. In questo caso potremmo metterla così: gli Oceans Ate Alaska sono una band giovanissima che ha dalla sua una grande fortuna, quella di avere ottimi musicisti al suo interno, specie dopo averli visti all’opera dal vivo di recente con Veil Of Maya e Chelsea Grin. Il loro debutto “Lost isles” è ciò che potremmo definire tech-metal di ultima generazione, un misto tra la perizia tecnica tipica di Periphery, Animals As Leaders e la foga distruttrice dei vari Suicide Silence, Job For A Cowboy e simili. Un disco che seppur ricco all’eccesso di spunti strumentali iper-tecnici mostra la sua vena animalesca attraverso un cantato in your face spesso e volentieri sorretto da cori che amplificano ancor più il potenziale bellico dei nostri. Un disco che – come la maggior parte delle produzioni Fearless – vanta una produzione in studio di spessore assoluto, dove ogni singola nota viene fuori nella maniera più cristallina possibile e che sicuramente farà storcere il naso a chi è abituato al caro buon vecchio metallo dai suoni grezzi. Ma fondamentalmente a questi Oceans Ate Alaska tutto va bene così com’è, la loro è una fanbase che per la maggiore è composta da teenagers cresciuti con Bring Me The Horizon e Devil Wears Prada e che pertanto troveranno in “Lost isles” così tanta brutalità da far passare come agnellini i due nomi sopra citati.


  • Hardcore_Kid
    3 mar 15
    Recensione: Opera:
    Insomma, potevi benissimo dire qualcosa di più. Ho ascoltato Clocks e sembrava interessante (ricordavano i Bring Me The Horizon di Count Your Blessings) finchè non è partito il primo ritornello cantato ultra pulito che non centrava un cazzo con il resto.
    • R13569920
      3 mar 15
      Io invece la trovo una buona recensione perchè ho capito anche io di che si tratta, e sono estraneo al genere. Direi che le recensioni tutta poesia o sensazioni sono artisticamente valide (o meno valide, dipende dal talento) ma parlano solo a chi già conosce il disco, il genere, il background.
  • Danny The Kid
    3 mar 15
    Recensione: Opera:
    bella copertina. Il disco mi attira tanto quanto un danette danone scaduto, ma la medusa è veramente fantastica.
  • Divodark
    3 mar 15
    Recensione: Opera:
    Bravo tu nel genere proposto. Genere che qui, ormai, va davvero poco in voga. Un tempo questo era pane per i miei denti, adesso sto invecchiando e, ahimè, ne faccio volentieri a meno. A me la recensione non è dispiaciuta.
  • Lordzz
    23 mar 15
    Recensione: Opera:
    quando parte la vocetta clean mi irrita almeno con la tecnica ci provano. ah la perizia degli Animals As Leaders non centra nulla ed è anni luce dalle band che hai nominato, non credi?

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