Gli Oceansize hanno sbagliato tutto. O meglio, han sbagliato epoca. Dieci anni possono considerarsi "epoca"? Nell'assimilazione della musica decisamente sì. Dieci anni fa c'era la tua rivista prediletta, la tua bibbia mensile, il nuovo mondo, o così credevi. Dieci anni fa ti presentavi nel negozietto di fiducia con la bava alla bocca e una lista di nomi lunga così. Dieci anni fa arrivavi a casa, spacchettavi il cd e booklet alla mano, cuffie enormi in testa, pigiavi sul play e tutto si spegneva. . . e si accendeva al tempo stesso. Dieci anni fa potevi VIVERE una band come gli Oceansize, assaporare ogni loro fraseggio, carpire ogni minima variazione, dilatandoti nel loro mondo. . . potevi ASCOLTARLI insomma.

Oggi gli Oceansize rischiano di passare inosservanti, scartati a priori per i loro sette minuti di media, o non capiti fino in fondo a causa della loro scarsa immediatezza. Ma il rischio è il nostro, l'ingordigia del "di tutto di più, subito" grazie al P2P potrebbe farci sfuggire una delle band più interessanti del momento. Dopo il (capo)lavoro "Effloresce" del 2003 e l'altrettanto superbo EP "Music For Nurses", i cinque di Manchester sfornano un album ostico nonostante linee melodiche più marcate rispetto al passato. Mentre scrivo, il loro sound cresce, espandendosi poco alla volta, fino a riempire la stanza. Intrappolato, diventa claustrofibico, implodendo nello spazio tempo, tentando di portarmi con sè in un'altra dimensione, la loro, l'Oceansize. In un certo qualsenso protrebbero ricordare gli Amplifier, non a caso loro concittadini: stessa lunga gavetta, stesso debutto col botto, simili riferimenti di base. Anche se gli Oceansize, ltre all'impatto decisamente minore, rimarcano maggiormente le influenze inglesi, quelle di Radiohead ("Ornament The Last Wrongs", elettronica onirica), Muse ("A Homage To A Shame", devastante, la più noize di sempre) e i primi Porcupine Tree ("You Can't Keep A Bad Man Down"). Ma ci troverete anche un pizzico di Soundgarden ("The Charme Offensive", se solo Cornell si decidesse a cantare un'ottava più bassa questi sarebbero i risultati) e parecchie atmosfere Dredgiane ("Music For A Nurse", stupenda). Ma sono tutti riferimenti che appaiono come lampi nell'evolversi dei pezzi, puntini luminosi che permettono di tracciare linee marcate, evidenziando una personalità molto forte sin dal debutto, perchè in fondo gli Oceansize non scimmiottano nessuno pur abbracciando una vasta gamma di sonorità.

Spero di avervi fatto venire appetito ma mi raccomando, non da McDonald's. Stavolta apparecchiate come si deve, versatevi del buon rosso e gustatevi con calma il filetto. . . possibilmente al sangue.

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