Secondo capitolo per gli October Tide di Jonas Renske e Fredrik Norrman e piccolo cambio di line-up all'interno della band. Non più Renske come vocalist bensì il neo-entrato Marten Hansen (Cantante dei "A Canorous Quintet")
Il gruppo vuole mantenersi sugli standard dell'opera precedente e ci riesce, ottenendo un buon risultato che è però certamente inferiore al cd antecedente. Il disco ha sempre le stesse atmosfere tristi e decadenti ma sembra avere meno spunti e meno inventiva, anche se alcuni brani sono veramente apprezzabili. Il lavoro dei due Katatonia è sempre ottimo con Renske alla chitarra e alle percussioni e Norrman al basso e all'altra chitarra. Purtroppo devo segnalare come una motivazione del calo del disco anche la prova del nuovo cantante, senza dubbio sufficiente ma lontana anni luce dal growl che Renske aveva proposto in "Rain Without End", a tratti il canto di Hansen risulta un po' monocorde che alla lunga forse annoia.
Come già detto in precedenza però l'album non è da buttare, e in particolare due brani si mettono in risalto: il primo, "Floating", costruito su un riff molto interessante che riesce a trascinare l'ascoltatore per tutta la durata della canzone nonostante i ritmi non velocissimi, il secondo - superiore al resto del disco - è "Lost In The Dark (And Then Gone)", brano dotato di un ampia parte strumentale che occupa circa i 2/3 della canzone; è forse il più particolare del Cd grazie ad un inserto di chitarra acustica davvero originale, che forse non ci si sarebbe aspettati; la canzone risulta comunque coinvolgente e non annoia assolutamente (cosa che in certi brani è accaduta, poi i gusti son gusti.)
Il disco non è una pietra miliare del genere, ma per chi è un appassionato di Doom/Death metal è pur sempre un buon acquisto, superiore a tanta roba che c'è sulla piazza.
Il voto è un 3.5 ma arrotondo a 4 per eccesso.
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