Pellicola del 2010, di produzione norvegese-francese, è un film che mi ha sorpreso.

Una storia poliziesca tra il grottesco e non, senz'altro strampalata, nella quale un commissario si trova ad indagare su un gruppo organizzato di batteristi che fa, a modo proprio, una battaglia contro le convenzioni del mondo della musica, giocando sul confine tra il nichilismo puro e la protesta artistica (nuovo contro vecchio, libero contro ingessato... questo è classico, ma la sceneggiatura no). Una rivendicazione del diritto all'espressione portato all'estremo, o forse la pretesa di essere ascoltati. Quindi una guerra fuori legge con qualcosa di legittimo e qualcosa in più di arrogante. In questo c'è del punk. Se uno pensa al punk il discorso è quello, ma moderno, senza il look e il folklore del genere.

Il commissario, mentre indaga su questi fatti, rovista anche nella propria vita, colto da un bisogno imprevisto (o un'occasione?) di metterla in ordine. Ancora la musica è al centro di questa seconda indagine, più privata.

Nel film la musica si fa davvero, solo ritmica, sì, ma poliritmica, in una ricerca estetica di una certa complessità, che ho molto apprezzato. Niente di veramente inedito, ma bello da sentire con un buon audio e bello per come è contestualizzato e motivato.

Film grottesco, dicevo, ma senza figure sovraccariche. Al contrario, i personaggi sono anche verosimili. Sovraccariche sono, piuttosto, le loro azioni, sul filo del criminale con fantasia anche strampalata oltre la misura, ma va bene così.

Per dirla tutta, in mezzo a tutta questa fantasia il film mi pare un po' sconclusionato, a un certo punto finisce e mi chiedo se ci fosse qualcosa da capire. Ma anche per questo l'ho trovato gradevole, mi ha fatto passare una bella serata leggera, lontanissimo dalle mille banalità che avrei potuto trovare in altri film leggeri.

Preciso che alcune tematiche che passano davanti agli occhi (non spiegate ma complete nei dettagli, che sono stati ben scelti) non sono leggere: una infanzia in famiglia che condiziona il presente; il rapporto tra artisti incompresi e artisti di fama; e poi in generale un buon discorso sulla musica nel mondo, del mondo, il rumore, i suoni.

Inoltre alcune scene sono veramente difficili da pensare, secondo me, dei pezzi di bravura per l'interazione tra la parte visiva, la colonna sonora e la rumoristica del film.

Insomma, forse non per tutti i gusti, ma a qualcuno dovrebbe piacere come è piaciuto a me.

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