Un altro gradito ritorno nell'anno musicale 2008. 

Mi riferisco ad Ólafur Arnalds, giovane musicista islandese, il quale presenta un nuovo disco dopo "Eulogy For Evolution" con il quale era riuscito a farsi notare dal pubblico e a farsi apprezzare. "Variations Of Static" è un disco che rappresenta un percorso di continuità nella sua produzione musicale: predominante ancora una volta è la presenza degli archi accompagnata da un pianoforte soffuso e interessante, in un paio di brani si può ascoltare anche un cantato molto semplice e piacevole. Non siamo davanti alle sonorità eteree e sublimi dei Sigur Rós, c'è una maggiore concretezza e anche un pizzico di drammaticità. Le modalità di ascolto tuttavia sono le stesse di Jonsi e compagni. "Variations Of Static" è un disco molto breve: 5 canzoni per 20 minuti, al livello di un EP. La copertina è molto scarna, quasi monocromatica. Si segnala l'ultimo brano, "Himininn Er Að Hyrnja, En Stjörnurnar Fara Þér Vel" (non chiedetemi la pronuncia), dove possiamo trovare anche un piccolo spazio per l'elettronica; riesce a guadagnarsi il suo spazio poiché, per le piccole dimensioni del disco, non si riscontrano particolari percorsi di ricerca o spunti di novità. è un lavoro molto semplice, quasi minimalista.

Indubbiamente Ólafur Arnalds rappresenta una bella novità e continua a confermarsi come tale, arricchendo lo scenario musicale magistralmente creato da Bjork. Nel tempo vedremo cosa sarà in grado di fare e se riuscirà a confermare le importanti premesse costituite dai primi due lavori di studio. "Variations Of Static" si consiglia in generale a tutti; è difficile trovare un ascoltatore particolare, non è un artista commerciale, semplicemente riesce ad essere assimilabile per chiunque lo approcci.

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