Sono tornati. O forse sono nati. Erano ancora incompleti ma adesso son fioriti. Sono una delle realtà più promettenti del movimento Emo Revival degli ultimi anni, una delle band che sta facendo riemergere il midwest sound dei mai troppo compianti Mineral,Christie Front Drive,American Football e simili. Gli Old Gray forse sono un po' diversi dai compagni di viaggio come Dowsing e Brave Bird. Dopo 2 EP di livello molto alto che trovavano la sua gemma in un brano che ha fatto fare salti di gioia agli amanti di questo sound come "Her Tongue Was Tatooed On The Back Of Her Teeth " nell'EP "Do I Dare Disturb The Universe" arriva il primo full length, che però tanto full non è, trattandosi di 8 in due casi sotto i 2 minuti. Non è tanto full ma è comunque una perla. "An Autobiography" può concorrere a disco dell' anno. Sì, può farlo.
Dicevo, l'autobiografia degli Old Gray si distacca dalle altre uscite del genere degli ultimi tempi, non è "Emo" puro, è contaminato, più complesso. Qui siamo in equilibrio tra Mineral, Penfold e vecchie glorie varie e The Saddest Landscape o Suis La Lune, ovvero ci troviamo tra l'Emo più ispirato e lo Screamo/Emo Violence (c'è differenza tra i due?No, ve lo chiedo perché non l'ho ancora capito)più melodico, malinconico e velato. Ma non solo. Anche divagazioni Post Rock come nella stupenda "I Still Think About Who I Was Last Summer", un violino che fa capolino ogni tanto ed archi vari come nella conclusiva "My Life With You, My Life Without You" pezzo strumentale di una bellezza disarmante e parti più accostabili al math rock, echi di Crash of Rhinos nella prima traccia "Wolves" con i tre componenti della band che cantano tutti insieme (penso) per poi assomigliare ai già citati Suis La Lune in chiusura. Non mancano poi passaggi in spoken word, come in "Show Me How You Self Destruct" in cui aleggia lo spirito di Jordan Dreyer nella serie di EP "Hear,Hear".
E i testi, ci si mettono anche loro, come se tutto il resto non bastasse. Non mi è ancora chiaro se gli Old Gray possano essere i nuovi qualcosa (inserire nome a scelta tra Cap'n Jazz, Mineral, Penfold, Christie Front Drive, Sunny Day Real Estate), o se possiamo evitare di chiamarli così attribuendoli il ruolo di stella più luminosa priva di punti di riferimento del firmamento Emo revival. Non so, a me non viene in mente di quale band potrebbero essere gli eredi, quindi penso proprio che dal sottoscritto saranno considerati la migliore espressione della scena perché "An Autobiography" è un disco più ispirato, più sentito, più bello non so precisamente di cosa ma è "più".
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