Se in un mercatino dell'antiquariato, una fiera del disco o nella cantina del vicino trovate, o meglio scovate, un disco di Olivia Newton-John dei primi anni '70 prendetelo a scatola chiusa perché difficilmente vi deluderà.
Sono rari, in Italia non arrivarono mai se non di importazione ma ne vale sempre la pena. Voce cristallina, produzione perfetta, l'immagine pulita della piccola australiana nelle sua sincera freschezza emerge dalla cover di questo "Olivia" del 1972, secondo disco della Newton-John. "Grease" è lontano anni luce così la disco pacchiana di "Xanadu" o la satira di "Physical", le canzoni sono cover di tanti brani su cui spiccano una grintosa "What is Life" di George Harrison che insieme ad una versione country di "Behind That Locked Door" sono catturate dall'eccezionale triplo "All Things Must Pass" da cui Olivia aveva preso in prestito anche la versione di George con slide guitar di "If not for You" di Dylan l'anno precedente.
Bello, bello perché è rilassante, bello perché è dolce, bello perché inizia con una canzone stratosferica come "Angel of the Morning", uno standard del rock'n'roll senza tempo. C'è quel sapore di country-pop pregevole, leggerino ma confezionato in modo impeccabile da musicisti ottimi e dal fedele produttore John Farrar, lo si ascolta nei momenti in cui c'è bisogno di essenzialità e aria fresca.
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