Se con il termine sinfonia siamo a nostro agio (chi più, chi meno) che dire di "Turangalîla"? Da dove proviene questa strana parola? Dal sanscrito, no? "turanga" e "lîla": il canto d'amore che ispira Olivier Messiaen per un viaggio musicale lungo oltre 75 minuti.

Sinfonia assai lontana dagli esempi più noti (e consunti) della tradizione classico-romantica, la "Turangalîla" impiega in organico una grande orchestra composta da più di cento elementi, al cui interno sono in evidenza le percussioni (previsti in partitura da 8 a 11 percussionisti), il pianoforte, che attraversa a più riprese con ruolo solistico l'intero tessuto musicale, e le onde Martenot, uno tra i primissimi dispositivi per la produzione elettroacustica del suono (si tratta di un oscillatore che fa il suo debutto a Parigi nel 1928 e viene prodotto in sette modelli successivi fino al 1975).

Così, avventurarsi tra queste note significa imbattersi in melodie aspre e stridule, in temi ora spavaldi ora minacciosi, in un colore orchestrale reso esotico dai timbri secchi delle percussioni, dal folleggiare nervoso del pianoforte, per arrivare alle sonorità lunari delle onde Martenot.

Inutile cercare lo sviluppo tematico in questa sinfonia: nessun fraseggio cui fanno seguito una o più variazioni in una lunga meditazione. L'Occidente aveva già detto tutto in proposito, ed è per questo che Messiaen guarda a Oriente. Le sue frasi musicali sono brevi, subito contraddette da altre che incalzano. Esistono sì quattro temi principali (quello "brutale" ispirato ai monumenti messicani, il tema del fiore, il tema d'amore, il tema fatto di accordi) ma essi affiorano e vengono sommersi lungo tutta l'opera per riapparire costantemente trasfigurati dal trattamento orchestrale.

Composta tra il 1946 e il 1948, suddivisa in ben dieci movimenti, la "Turangalîla-Symphonie" di Messiaen è uno dei brani più significativi di questo importante compositore francese, la cui profonda religiosità ha ispirato quasi tutta la sua opera ma non questa sinfonia. Alcuni anzi vi sentono qua e là influenze jazz, oltre a quelle orientali già ricordate, e a proposito di certi passaggi di questo brano si parla infatti di jazz sinfonico. Comunque sia, ogni volta che accendiamo il radar del '900 musicale, questo vasto ed esuberante lavoro segnala di continuo la sua presenza.

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