Le lacrime di quelle battaglie rimarranno cristallizzate nel tempo, così come il furore delle asce e delle spade: gli Omen hanno dato questo all'heavy metal, che piaccia o meno. In particolare i primi tre lavori rimarranno oggetti di culto: forse sconosciuti, grezzi, ma sentiti e suonati come poche altre cose del genere. Poi è successo di tutto: l'abbandono del singer J.D. Kimball e la sua morte nel 2003. Dal momento in cui Kimball ha abbandonato la compagine gli Omen non hanno più saputo rialzarsi: "Escape to nowhere" e "Reopening the gates" sono album brutti, privi di spunti, lontani anni luce dai primi tre lavori.

"Eternal black dawn" è l'ultimo album in studio pubblicato dagli statunitensi Omen: proprio nell'anno della morte di Kimball veniva dato alla luce questo cd. E' il 2003 e da allora la band non ha più prodotto studio album. Il valore di questo platter non è nulla di straordinario ma serve a comprendere la storia di una della realtà più sottovalutate dell'heavy metal di sempre. Nati all'ombra dei Manilla Road, la band del chitarrista Kenny Powell ha sfornato (scusatemi le ripetizioni, ma meritano davvero) tre lavori eccezionali, per poi scomparire a causa di pochi mezzi e della dipartita del singer. In "Eternal black dawn" gli Omen tentano di far rivivere quel sound "vintage" che caratterizzava quei cd. Come più volte ha detto lo stesso Powell, questo ultimo platter è uno studio attento del sound e delle idee del passato, quindi è in poche parole riciclaggio, anche se rispetto all'abominevole thrash di "Reopening the gates" quì c'è sicuramente più qualità.

Per partorire questo cd è stato preso l'ennesimo singer della loro carriera, tale Kevin Goocher dalle doti canore nella media, niente a che vedere con Kimball. "1000 year reign", "Burning times", "King of the seven seas" si fanno notare come buoni pezzi di heavy metal classico, ma nel complesso il lavoro rimane su standard relativamente anonimi. Il meglio lo si trova alla fine, con il medley di capolavori passati "The specter of battle past".

"Eternal black dawn" non ci da nulla di più di quanto gli Omen non ci abbiano dato già prima della sua pubblicazione. Un disco che forse serve come commiato per tutti quei fans che li hanno seguiti nel trascorrere di una vita difficile e travagliata che ha però visto dei lampi di classe assoluta. L'importante è non dimenticarli.

1. "1000 Year Reign" (4:01)
2. "Eternal Black Dawn" (4:25)
3. "Burning Times" (5:52)
4. "Blood Feud" (3:43)
5. "House On Rue Royale" (5:25)
6. "King Of The Seven Seas" (4:42)
7. "Chains Of Delirium" (3:55)
8. "Chaos In The Cathedral" (5:10)
9. "The Specter Of Battles Past" (7:29)

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