Una delle più grandi opere che l’umanità ricordi e una recensione sui generis per farla apprezzare a quelli che, come me, da ragazzi la odiavano visceralmente, e ai debaseriani dodicenni di oggi che non capiscono perché si debba perdere tempo a studiarla.
Orgoglio: ottimo servo; pessimo padrone. Del potere dell’orgoglio-padrone non hanno parlato solo i santi. Anche i pagani lo conoscevano bene – anche se non avevano letto la storia dell’Eden, dei suoi alberi e della sua mela. E lo conoscevano così bene da dargli un nome preciso:“hybris” (“tracotanza”).
L’ eroe della nostra odissea è caduto sulla buccia della tracotanza. E non lo aiuta affatto il fatto di essere un genio. Perché la caduta del migliore è la peggiore.
È caduto il tracotante, da altezze vertiginose. Ma respira ancora. Deve avere qualche santo in Paradiso – anzi, qualche Dio nell’Olimpo. E l’Olimpo lo aiuterebbe volentieri, se non fosse che Citizen Ulisse pensa di potercela fare da solo. Bene, se non hai bisogno di nessuno, sarai il signor Nessuno.
E per dieci anni è Nessuno contro Nettuno. Dieci anni. Fino al giorno in cui il Cittadino smette di fare il Divo:
- Mi arrendo!!! Cosa vuoi da me, Nettuno?!
- Ma non l’hai ancora capito, Fonzie?
Ma Fonzie non lo capisce. Non lo capisce e si dispera:
- Il mio nome è maledetto dagli dei, Alcinoo.
- Cosa dici? Il tuo nome glorioso merita ogni aiuto.
Cosa? Un aiuto proprio ora che ho capito di non meritarlo? Strana la vita.
Via, dritti a casa. E la nave va che è una meraviglia. Ma che succede? Nettuno è andato in vacanza? Nessuno è in confusione. La confusione che precede l’illuminazione:
- Nessuno, da solo, non è nessuno.
- Finalmente ci sei arrivato, piccolo uomo…
Chi si umilia sarà esaltato. Il piccolo uomo è diventato grande. Da Nessuno a Qualcuno.
Telemaco piange. Il babbo è tornato:
- Facciamo a pezzi quelle fogne, padre.
- Calma, figliolo. Arrabbiarsi è facile. Difficile è arrabbiarsi per la giusta ragione, e al momento opportuno.
Da non credere. Da imbecille a filosofo. Troppa graZZZia.
Ma che scostumati, ridere di quel povero mendicante. Ma il mendicante ride con loro. Che bello stare vicino a questi buffi ometti. Mi fanno sentire un Dio – proprio ora che ho capito di non esserlo. Strana la vita.
Bene, abbiamo scherzato abbastanza. È ora di togliere il ciucciotto a questi bambini cresciuti.
E chi poteva immaginare che dietro Clark Kent si nascondesse Superman…
1, 2, 3: scatenate l’inferno.
Una Morale che ci dà speranza: l’umiltà (a lungo andare) vince sempre; il male (a lungo andare) perde sempre.
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