Sabato 30 ottobre si è svolto, presso il New Age Club di Roncade (TV), il raduno annuale dell'associazione "SSdNE (Sbarbatelli Spilungoni del Nord-Est)".
Premesso il fatto che io non ho nulla contro i raduni e nemmeno contro le persone alte (forse, per questi ultimi, ho solo una leggerissima invidia, in quanto sono alta un metro e taaante speranze...), mi chiedo: ma proprio tutti in fila davanti al palco devono stare?!? E non contenti di ostruire la visione a tutte le persone di statura media presenti, nonché ai fotografi intervenuti per fare il loro sporco lavoro, devono pure saltare come cavallette?!? Già siete alti, siete in prima fila, che cappero saltate a fare, che rompete i cocones a tutto il resto di gente che avete dietro?!? Screanzati!
Ok, breve sfogo finito.
Sabato 30 ottobre, sempre presso il New Age Club di Roncade (TV), oltre al sopraccitato raduno, si è svolto il penultimo concerto del mini-tour dei One Dimensional Man.
Per grazia ricevuta, sono riuscita a ritagliarmi un misero spazietto in seconda fila, dal quale riuscivo ad intravedere solo la parte destra del palco, lanciando silenziosamente improperi contro gli spilungoni davanti a me (ok giurin giurella adesso smetto di lamentarmi!).
L'arduo compito di scaldare gli animi è toccato al trio bresciano "AUCAN", gruppo Visual/Dub/Psicadelico (definizione presa pari pari dal loro "My Space"), dal notevole impatto sonoro, i quali mi hanno gentilmente torturato i timpani, preparandoli per bene a ciò che sarebbe seguito.
Finito lo show degli "AUCAN" (del quale non ho capito un'accipicchia, sfortunatamente non è musica adatta a me) e dopo un breve (.....) cambio di attrezzature sul palco, finalmente è l'ora di One Dimensional Man.
Ascolto i ODM da circa due settimane, quindi da fan dell'ultimissima ora, cercherò di esprimere le mie impressioni in modo da non risultare troppo entusiasta (ri .....)
Nella prima parte del concerto è stato proposto per intero il bellissimo "You Kill Me", suonato e cantato praticamente tutto d'un fiato, con urgenza e rabbia, come a voler concedere tutto e subito, senza remore o esitazioni, con brevissime interruzioni qua e la, in cui il Signor Capovilla oltre ad informarsi sullo stato di salute del pubblico, informa lo stesso del fatto che in Italia non esiste un legge contro la tortura (!). Questi intermezzi declamativi di Capovilla potrebbero risultare pomposi, se non fosse per il fatto che quest Uomo focalizza l'attenzione su tematiche e problemi che devono essere portati all'attenzione di tutti, ma che troppo spesso passano in sordina o passano come "fatti della vita" ai quali non possiamo opporci, ma sta di fatto che non è e non deve essere così, che qualcosa si può sempre fare. Fa tristezza, poi, vedere che ai più tutto questo non interessa affatto, ai più interessa solo fare casino.
Finita la prima parte del concerto il batterista si è letteralmente buttato sulle prime file del pubblico, non riuscendo, purtroppo, ad accoppare, o, almeno, a fracassare le gambe, ai simpaticissimi Watussi presenti, anzi quasi ammazzando me che non l'ho visto arrivare (ma Lui lo perdono, i Watussi no).
Nei due bis, i nostri hanno riproposto vari pezzi dai restanti tre album della band, anche questi rabbiosi, urlati, potenti.
Che dire della performance dei tre: punto primo, sono fuori discussione sia la bravura sia la maestria di questi musicisti, Favero su tutti, autentiche macchine da guerra.
Punto secondo, Favero e Bottigliero, abilità a parte, per me, potevano essere chiunque, in quanto entrambi erano completamente coperti dalle teste dei giganti della prima fila e per quanto mi sforzassi di stare sulle punte dei piedi tipo Carla Fracci e di allungare il collo stile dipinto di Modigliani, non sono riuscita a vedere un fico secco!
Punto terzo: nonostante mi aspettassi, da parte di Capovilla, uno show più movimentato, devo dire che, anche da fermo, quel uomo emana carisma, trasuda rock, ti spiazza con una sola intensa e luciferina occhiata, ama quello che fa e lo trasmette con tutto se stesso, con una grinta e una voglia di comunicare che ti fa scuotere in ogni centimetro del corpo (spiacente ma l'entusiasmo non riesco proprio a tenerlo a freno!).
Per concludere, il concerto è stato bello carico, grintoso e sudaticcio, una gioia per i miei timpani smaniosi di buona musica.
(So di non aver tenuto fede al giuramento, di aver inveito in più punti verso i "papà gambalunga" della situazione, e che quindi I am a PECCATRICE, gonna go to HELL, ma non nel GIRONE SODOMITI, però la vita va così!)
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