Parte prima, i fondamentali...

Uno: è l'inconscio che fa tutto il lavoro e tu, per quanto bravo, non potrai mai avere idee migliori delle sue.

Due: quello che devi fare è stare zitto, piazzarti senza difese dove si incontrano i due mondi e cominciare a strimpellare.

Tre: se sei ubriaco è meglio, ma ogni artista ha i suoi trucchetti -apri gli occhi, chiudi gli occhi, fai la giravolta, falla un'altra volta- e anch'io ho i miei.

Quattro: i pesciolini della tua pesca magica ributtali in acqua limpida e falli andare alla deriva, la deriva è molto importante.

Cinque: per salvaguardare tutti gli incidenti che rendono le cose interessanti non pianificare mai oppure fallo il meno possibile.

Sei: ognuno ha il suo Dio e il mio è il drone, i cambi di accordo sono sopravvalutati e, quando un suono è bello, ripeterlo è ancor più bello.

Sette: se il drone è la base, l'altezza è la deriva raccomandata al punto quattro, immaginate una chiatta sul fiume oppure un tappeto volante.

Otto: sul tappeto volante gradirei mangiare dei maccheroni gratinati e ascoltare un disco di John Hassell.

Nove: le aggettivazioni con le quali in genere qualificano il mio delirio, quelle cose tipo “criptico, ripetitivo, psichedelico, avanguardistico, ipnotico, rumoroso, soffice, strano, giocoso, lunatico, acquatico, terroso” magari sono anche giuste, ma se mi chiedono di definire quel che faccio la mia risposta è sempre “Badabam”.

Dieci: il senso profondo di fare musica è annullare tutta la spazzatura che ci sommerge...

Ecce Homo, ovvero Daniel Patrick Quinn, giardiniere, esperto di vini, vulcanologo, esoterista, scrittore, viaggiatore, discografico e leader di questi One More Grain. Quel che avete letto fin qui è una sintesi del suo pensiero per come l'ho capito e in parte immaginato.

Parte seconda, fagioli, toast e Pitagora...

Questo disco, datato 2022, è un continuo effetto sorpresa, non una cosa tipo “adesso, caro il mio gonzo ti metto una roba che non ti aspetti così poi dirai che son figo, geniale e quant'altro”, oh no, che quelle son cose che ci senti subito la stupidità dell'intelligenza e invece qui l'intelligenza è intelligente davvero e non fa mai il primo passo e tutto scorre, tutto è secondo natura, proprio come dice quella pubblicità dei pelati.

“Fonte di vita e motore primo” è il suono su cui si accanisce il tasto repeat e accoglie e ospita un vagare e divagare di magie ritmiche, melodie stranite, rumori di fondo e tante altre cose bellissime.

Aggiungi una voce misterica che mappa il territorio con segnali stradali in forma di parole (laggiù potete vedere “la vecchia signora Mare” e un po' più in la il “vecchio signor Pietra”) e si chiede cose come “e ora che faccio, svolto a sinistra?”.

Ma, soprattutto, una strana qualità surreale, a volte malinconica, a volte sorniona che rimette al mondo il vostro umile smandrappato vulgaris e il suo imprinting molto “gas leggero” e molto “fantasia al potere”.

Poi, se volete dei riferimenti, direi qualcosa dei Fall più krauti, divagazioni John Hassel, frammenti di jazz libero, un po di Canterbury dolce, un po di Canterbury Dada.

Tutta bella gente?

Si, tutta bella gente...

Trallallà...

Carico i commenti...  con calma