Con "Sperm" gli Oomph!, più o meno consapevolmente, hanno segnato l'anno zero della NDH: un disco non rivoluzionario negli intenti ma all'atto pratico, per l'influenza che ha avuto sull'allora nascente movimento artistico: con "Sperm" scocca una scintilla, all'interno del trio prima ancora che all'esterno. Dero, Crap e Flux hanno trovato una base definitiva su cui lavorare, da evolvere, affinare, sviluppare ed arricchire. È il primo momento cruciale della storia degli Oomph!, che riescono a trarre nuova energia dall'eiaculazione del 1994, sfornando in sequenza tre album che rappresentano in un crescendo rossiniano, lo zoccolo duro dei loro "early years": ad appena un anno di distanza si ha la prima grande conferma: sparato come un diretto al volto arriva "Defekt", un altro lavoro essenziale nel percorso artistico della band, il primo a rasentare, mancandolo davvero di poco lo status di capolavoro.

"Defekt" si presenta come un'evoluzione profonda ma non radicale del suo predecessore, in pratica un miglioramento sotto tutti i punti di vista, uno "Sperm" sviluppato al massimo delle proprie potenzialità prima del cambiamento più sostanziale attuato con i successivi "Wunschkind" e "Unrein". Come l'album del 1994 anche "Defekt" presenta un'importante componente diretta, istintiva e violenta, ma la esprime in forma più compiuta e matura; il sound è maggiormente incentrato sulle chitarre con un ridimensionamento dell'elettronica, ovviamente a livello quantitativo e non qualitativo. "Defekt" suona molto più metal rispetto a "Sperm" e si apre a nuove influenze: con brani come "Your Love Is Killing Me" e "Ice-Coffin" gli Oomph! iniziano a flirtare con il crossover/rap metal senza snaturare la propria identità: in particolare l'ottima "Ice-Coffin", scelta come singolo di lancio, è diventato un classico del trio di Wolfsburg grazie anche al coinvolgente flow di Dero. A dominare la scena però è pur sempre la componente industial, più che mai preponderante: canzoni come l'incendiaria e veloce opener "Hate Sweet Hate" ed una rabbiosa e nichilista "Hello My Name Is Cancer" estremizzano quell'attitudine grezza già espressa in "Sperm", mentre i mid-tempo "Willst Du Hoffnung?", "Mitten Ins Herz" e "Turn The Knife" esplorano una dimensione un po' più cupa ed introspettiva, a partire dai testi, che si paleserà con maggior forza nei lavori successivi. Un maggior approfondimento del sound di cui si possono avvertire le avvisaglie anche negli inquietanti strumentali "Decubitus Vulgaris" e soprattutto "Zeitweilig Incontinent", vere e proprie raffinatezze frutto dell'estro di Crap, grande mente creativa degli Oomph!.

"Defekt", la titletrack che chiude in disco è forse l'estremo più violento mai toccato dai Nostri: riffs granitici e claustrofobici e vocals al vetriolo che si susseguono sfociando in un allucinato ed ossessivo loop conclusivo che si trascina per cinque interminabili minuti, ma l'apice dell'album rimane la trionfale "Come And Kick Me", morbosa, erotomane, incalzante, arricchita da un groove favoloso posto in primissimo piano, con un Dero che giganteggia ruggendo "Kiss me, rape me, deflorate me, love me, trick me, come and kick me". Questa straordinaria performance, esempio cristallino delle potenzialità del trio espresse al massimo si caratterizza anche per il suo intermezzo lento e strumentale, che anticipa quelle grandiose atmosfere di epicità insana e schizoide che faranno grande il successivo "Wunschkind", ed in definitiva esprime nel migliore dei modi l'essenza di "Defekt", un disco suonato veramente "a cazzo duro", molto più del suo predecessore, e che apre agli Oomph! nuovi e sempre più entusiasmanti scenari, trasformando l'iniziale scintilla in un grande incendio. 

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