Dunque, non è facile parlare del secondo album degli Oomph! senza indulgere a scontati e pacchiani doppi sensi legati alla copertina dell'album anche perché, come da teutonica tradizione, anche i Nostri amano giocare con ambiguità e allusioni in questo caso neanche troppo velate, ma torniamo a noi: "Sperm" del 1994, pubblicato dalla Dynamica Records, è l'album della prima grande svolta per Dero, Crap e Flux: alla corposa base elettro-industrial sperimentata due anni prima si aggiungono chitarre ringhianti e distorte a gogò e l'unione di questi due elementi fa scoccare la scintilla, permettendo ai tre freakettoni di Wolfsburg di aggiudicarsi il prestigioso titolo di padrini della Neue Deutsche Harte.

L'importanza storica di un album come "Sperm" è innegabile ed evidente, ma necessita di essere inquadrata con attenzione: innanzitutto la svolta stilistica rispetto a "Oomph!" del 1992 è molto meno radicale di quanto si possa pensare: trattasi di semplice evoluzione, arricchimento, affinamento o, per meglio dire, appesantimento; il prodotto finale è sicuramente un gran bel dischetto ma appare un po' monodimensionale ed immaturo rispetto ai successivi "Defekt" e "Wunschkind", perché a differenza di questi ultimi è un album al 90% "di pancia". Ha un carattere rozzo e diretto, un po' sfacciato e strafottente a dirla tutta, e la sua mission è quella di far muovere l'ascoltatore, trasmettere energia, fungere da valvola di sfogo, e poco altro; lo si capisce fin da "Suck-Taste-Spit", titolo raffinato, allegorico e ricco di interpretazioni su svariati piani di lettura: ritmo pesante, lento come un panzer e dannatamente coinvolgente, chitarre usate come centrifughe/schiacciasassi, cemento sonoro che fortifica ed irrobustisce ulteriormente una struttura già di per se solida e ben progettata ed un cantato arrogante ai limiti della tracotanza: questa è un'altra peculiarità di "Sperm": Dero è un vocalist eclettico e versatile, capace di utilizzare svariate tonalità e stili vocali, ma qui per quasi tutto l'album fa solo una cosa: ringhia divinamente, come un orso incazzato: questo è un po' un limite, una pecca di gioventù che caratterizza questo disco che indulge ad una certa staticità, affiancando alla memorabile "Suck-Taste-Spit" e all'imperiosa "Das Ist Freiheit" episodi analoghi ma meno ispirati, "War", "Dickhead" e "Love" su tutti.

"Sperm" è arricchito dalla presenza del primo singolo con annesso videoclip degli Oomph! ovvero "Sex", presentato con una copertina che ricalca ulteriormente il concetto già espresso dell'artwork dell'album; brano di pregevole fattura e senza dubbio tra gli highlights di "Sperm", "Sex" presenta un suono più pulito ed orecchiabile rispetto al resto del disco, a partire dal cantato ed è il brano che fa da ideale trait d'union con "Oomph!", esaltando in particolar modo la componente groovy del sound. Il videoclip, che mostra Dero, Crap e Flux praticamente irriconoscibili rispetto a come si presentano ai giorni nostri denota invece una certa rozzezza, inesperienza ed ingenuità dal punto di vista dello styling: assai ampio sarà il divario con la maggior cura e raffinatezza dei primi video dei loro più smaliziati colleghi di Berlino Est, "Du Riechst So Gut" e "Seemann". Tuttavia "Sperm" presenta anche altri motivi d'interesse: brani più serrati, diretti e veloci come "Feiert Das Kreuz" e "Breathtaker" aggiungono un po' di quel vetriolo di cui sarà intriso il successivo "Defekt", mentre "Ich Bin Der Weg" pone l'accento sulla componente più prettamente industrial, pesante, rabbiosa, ossessiva, molto più metall che tanz, valorizzando un ottimo Flux al basso. Chiude le danze una bella ed anthemica "U Said", registrata live, che riallaccia il collegamento con le sonorità EBM degli esordi, con un minimo intervento delle chitarre.

In ultima analisi "Sperm" è un album importante e significativo, ma non un capolavoro; troppo "ignorante" per ambire ad un tale rango. È un disco che pur con le sue pecche sa farsi amare: riffs belli tosti, ritmi sempre azzeccati e perfetti e un frontman con i controcoglioni ma per gli Oomph! c'è ancora molto da lavorare: il primo album risultava nel complesso più riuscito e qualitativamente più omogeneo, "Sperm" è invece un po' acerbo, il che non è necessariamente un difetto ma nel confronto con i suoi immediati successori pesa e non poco; per cui la valutazione finale è da ritenersi come arrotondata per eccesso, per motivi storici e di stima personale.   

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