Dopo "Wunschkind" avviene una svolta decisiva per la carriera degli Oomph!: il primo contratto discografico con una major. Complice il fallimento della Dynamica Records Dero, Crap e Flux approdano alla Virgin Schallplatten, e dopo album come "Sperm", "Defekt" e soprattutto "Wunschkind" si tratta di una "promozione" sacrosanta e strameritata. Gli anni trascorsi presso la filiale tedesca della casa di Sir Richard Branson sono stati un periodo assai dinamico e direi quasi "caotico" per la storia del gruppo, anni che hanno lasciato un segno profondissimo, nel bene e nel male, ma il rapporto inizia nel segno della continuità con "Unrein" del 1998: come il titolo e la copertina fanno ampiamente presagire per ora nessuna rivoluzione; qui si chiude definitivamente un ciclo più che aprire un nuovo capitolo.

"Wunschkind" e "Unrein" sono due album legati a doppio filo, quasi gemelli: come il suo predecessore, anche questo presenta composizioni mediamente più elaborate e complesse per gli standard degli Oomph!, ponendo maggiormente l'accento sulla tecnica anche se a dominare è sempre e comunque l'impatto emotivo, ed anche qui anche qui ritroviamo testi pessimisti, introspettivi e nichilisti. Tuttavia "Unrein" è un piccolo passo indietro rispetto a "Wuschkind", non perchè sia un prodotto meno valido rispetto al suo predecessore ma perché qui si perde un po' di quel pathos sporco e disperato che aveva caratterizzato l'album del 1996: suoni più puliti, maggior spazio per il crossover ed un mood più muscolare e meno malato; differenze che si colgono alla perfezione confrontando le due opener: la vecchia "Born-Praised-Kissed" era la discesa in un angosciante mal di vivere, mentre "Unsere Rettung", epica ed incalzante, recupera quella potenza più "estroversa" che fu propria di "Defekt": riffs rocciosi che conferiscono alla canzone un formidabile impatto visivo, quasi cinematografico, ed un cantato esaltato e feroce che trova il suo climax nel sarcastico peana "Ave satani et stupor et christi", affrontando con corrosivo sarcasmo il tema della religione e dell'ipocrisia ad essa collegata, che viene trattato in maniera ancora più esplicita in "Gekreuzigt", ottimo e tellurico singolo di lancio che spicca per un testo blasfemo ed oltraggioso ma al tempo stesso acuto, critico ed intelligente in cui Dero si rivolge a Gesù Cristo in persona apostrofandolo con un ironico ed amaro "Tu hai cambiato il mondo per sempre con il tuo cuore d'oro, hai cambiato il mondo per sempre ed ora ti comprano e ti vendono".

Bordate al calor bianco come "Unsere Rettung" e "Gekreuzigt" testimoniano una rabbia che si riversa all'esterno allontanandosi così dal gorgo più profondo, e così fanno anche le ottime "Anniversary" e "Another Disease" in cui Dero si dimostra eccellente anche nelle vesti di MC, rappresentando inoltre gli ultimi e migliori esempi di quello stile crossover che sarà abbandonato negli anni successivi, ma "Unrein" è pur sempre il gemello di "Wunschkind", le ombre più cupe sono ancora lì, incombenti e minacciose: "Die Maske" è l'evoluzione naturale della titletrack del precedente LP, di cui conserva intatto l'andamento malsano e sibilante, mentre la schizofrenica "My Hell" è un'altalena impazzita che svirgola pericolosamente sbandando tra l'isteria e la disperazione più cupa, che prende il sopravvento nella straniante titletrack "Unrein" e soprattutto in una delle più grandi perle dell'album, la struggente "Foil", lenta, inusuale per gli Oomph!, dominata da un ipnotico e drammatico beat elettronico che esalta il lato più profondo e fragile della voce di Dero, in un'accorata supplica che viene stuprata nel finale dalla furia delle chitarre.

Appena intaccato da un difetto endemico come la presenza di alcuni brani in tono un po' minore, tipico di molti album degli Oomph!, "Unrein" si presenta come una maestosa e vibrante chiusura in grande stile degli anni '90 per il trio della città del Maggiolino e della Golf; infatti, nonostante il successivo album sia comunque datato 1999 è già un mondo a parte: gli Oomph!, a cui non si può assolutamente rimproverare la benché minima staticità creativa cambiano completamente direzione: dopo "Unrein" nulla sarà più come prima, e le ombre saranno spazzate via da una luce bianca...  

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