Biella 1988.
Un certo chitarrista conosciuto con il nome di Ossian (leader e mente della band), fondò gli Opera IX. Questa volta però, non si parla di black metal scandinavo o straniero, ma si parla di black metal italiano.
Lo stile musicale di questi piemontesi è molto originale, sono unici nel loro genere, e questa cosa mi piace molto. Peccato che sono più apprezzati in Europa che in Italia. A parte questo, gli Opera IX, sono sempre stati fedeli al loro stile, non si sono mai commercializzati, e sono sempre andati diritti per la loro strada, sottolineando la passione per la musica. I testi musicali incece, sono il frutto di un fortissimo interesse per l'occulto, il Celtismo e le leggende medievali. Il frontman anzi la frontgirl di questo gruppo, era la cantante Cadaveria, che lasciò la band dopo "The Black Opera-Symphoniae Mysteriorum in Laudem Tenebrarum", un disco oscuro, inquietante, evocativo, senza dubbio il miglior disco degli Opera IX. Quest'ultima insieme al batterista Flegias (anche membro dei Necrodeath), fondarono i Cadaveria nel 2001. Negli ultimi due album senza Cadaveria, l'ideologia pagana (che è stata sempre presente nei dischi degli Opera IX) prende il sopravvento sui testi musicali.
"Maleventum".
Dopo l'abbandono di Cadaveria, negli Opera IX entrarono due nuovi membri. Un nuovo cantante conosciuto come Madras, e un nuovo batterista, Taranis. Con questa nuova formazione, il gruppo pubblica "Maleventum". Questo disco presenta un sound abbastanza diverso dai precedenti lavori degli Opera IX. In realtà, questo "Maleventum", è un concept album sulla stregoneria come forma di religione, praticata dalle antiche popolazioni pre-cristiane. Un tema molto caro per questa band, e che hanno approfondito con il successivo "Anphisbena".
Ottima la titletrack dell' album, che ci lancia subito nell'atmosfera del disco, e ottimo anche lo screaming di Madras, cattivo e molto espressivo. Tra i brani che prediligo c'è "In The Dark I Found The Reflection Of The Hidden Mirrors", un brano molto suggestivo, che inizia con il sottofondo di un temporale. Segue "Muscaria", un'altro pezzo molto interessante, dai toni cupi e medioevali, e la splendida "Forgotten Gods", introdotta dal suono di una cornamusa. Infine l'album chiude con la bellissima "In The Serpent's Eye", un brano esplosivo, coinvolgente, e di grande adrenalina.
Senza dubbio un disco interessante, fuori dal comune, che magari non accontenterà tutti i fan di questo gruppo, soprattutto chi adorava gli Opera IX con Cadaveria, ma sicuramente è un album da ascoltare, specialmente per chi ama il genere.
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