Bimbo: "MAMMA bravi!!! sono come MTV ad visti ho Gli Opeth? degli cd il compri mi"
Mamma: "MA ?mostro?? a voce la con cantano che quelli"
Bimbo: "E compiti i faccio dai...dopo"
Forse ho esagerato, ma qualcosa negli Opeth sta cambiando, e tra qualche anno questa scenetta potrebbe fare capolino in molte case italiane.
Molti come me, amanti degli Opeth fino a stravederne, avranno atteso con ansia questo nuovo lavoro...
Mettiamo il cd nel lettore e pensiamo qualcosa da scrivere.
Una considerazione va fatta dopo il primo ascolto integrale: i tributi che gli Opeth in questo cd pagati ai Tool (basta ascoltare "Ghost of perdition" per ritrovarsi in "Lateralus", provate a mettere "The Grudge" sembrano essere canzoni scritte assieme), ed ai Dream Theater dei primi lavori ("The Baying of The Hounds" e “Beneath The Mire“ su tutte) è troppo, e non giustificato. Io voglio ascoltare gli Opeth, la loro musica, non "cover" (scusate la parola forte).
Sicuramente un fan rabbrividisce...
Se questa "fatica" fosse stata elaborata da qualche gruppetto, qualche ragazzo alle prime armi, sarebbe stato sicuramente un gran lavoro, 5/5 stellette per intenderci, ma devo essere sincero, qualcosa non va, il giocattolo potrebbe essersi rotto.
Non vorrei adesso, che si aprisse una diatriba già successa con i Metallica ed i Dream Theater ad ogni loro lavoro, ad ogni cambio di rotta ma il cd non ispira. Per definirlo in poche parole: Prevedibile, già ascoltato, nulla di nuovo.
Una nota positiva è la produzione davvero ottima, superiore a quella di "Still Life".
Signori gli OPETH sono quelli di "Blackwater park" e "Moriningrise", non possono fare questo, io personalmente non mi sento soddisfatto dal loro nuovo lavoro, e PRETENDO qualcosa di diverso, qualcosa che mi spiazzi.
Ma forse hanno già detto tutto, ed allora, purtroppo, dovremo accontentarci.
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