Da dove posso cominciare a recensire questo nuovo album dei geni svedesi Opeth? Sicuramente comincerei con il chiarire quel 3 su 5 che compare come votazione. Se ne possono dire tante degli Opeth, che sono dei maestri indiscussi, dei musicisti professionisti che hanno (fortunatamente) saputo rinunciare alla tecnica fine a se stessa puntando più su una musica sempre più emozionale.
Si può dire che sono forse la band che ha saputo cogliere nel migliore dei modi il progressive Canterburyano e inserirlo in una matrice death metal senza stonare o offendere nessuno di questi due generi. Per me con questo "Ghost Reveries" gli Opeth hanno finito di scalare la vetta e sono giù su una leggera parabola di discesa. Posso dire che sono fra i miei gruppi preferiti e per diventarlo hanno fatto giusto quel paio di album che ti rimangono in testa per tutta la vita come "Morningrise" e "Still Life", seguito dall'ottimo Blackwater park e dalla più che buona "sperimentale" coppia Deliverance-Damnation. Ecco forse il perchè del voto... il sublime per me già lo hanno fatto.

Già dalle primissime note della prima "Ghost Of Perdition" ci sembra di riconoscere una vaga "The Moor". Ottima l'idea di inserire dei flauti di chiaro richiamo ai maestri King Crimson, Camel e Caravan ma si sente fin troppo che la canzone sembra provenire dai lidi di "Deliverance". Anche nelle seguenti canzoni l'album lascia l'idea che i nostri musicisti nello stadio di songwriting abbiano più volte detto: "cerchiamo di stoppare la canzone che non saprei come proseguirla nel migliore dei modi; cerchiamo di mettere uno stacchetto sincopato tipo "The Drapery Falls" o "Deliverance"". E se non ha detto ciò, è quello che io ho pienamente colto dall'ascolto dell'intero album.
La seguente "Beneath The Mire" ha troppo l'aria di essere un mix di "Moonlapse Vertigo" e "Night Of The Silent Water" anche se il gioco fatto dalla tastiera "nasconde" un po' l'autoplagio.

Ma è tutto questo flop l'album? Come mai è stato votato 3 e non 0 allora? Me lo chiederei anche io. Il fatto è che l'album parte proprio male per me per poi salire vertiginosamente con le ultime canzoni. "Atonement" e "Reverie/Harlequin Forest" sono ottimi esempi su cui doveva muoversi per me la band. "Atonement" sembra la canzone che doveva dare una sterzata positiva al forse fin troppo nebuloso "Damnation". La seguente "Harlequin Forest" è forse la canzone che mancava a "Blackwater Park" per farlo diventare uno degli album prog più belli di sempre; questa canzone anche se cala un po' intorno ai 10 minuti per quei "famosi tempi sincopati per riacchiappare la canzone" è una delle canzoni più belle dell'album e prosegue tutta in pura atmosfera "Blackwater Park-Still Life".
Veniamo alla prima delle due canzoni che valgono l'intero aquisto dell'album. "Hours of the Wealth" ruba il primo minuto a "Talk To The Wind" dei King Crimson per poi approdare in uno dei più bei arpeggi scritti dagli Opeth in tutta la loro discografia e forse l'ingresso della tastiera che tanto snobbai la prima volta accresce ancora di più la canzone; un grandissimo Micheal canta con vocalizzi blues e ottimi fraseggi di chitarra veramente degni di nota. E purtroppo quanto mi duole sentire una canzone così bella l'inizio di una canzone che per me stona moltissimo con quella precedente e con la seguente."The Grand Conjuration" oltre che ad avere un brutto titolo parte male in partenza e si riprende non benissimo nel proseguire. Fortunatamente dopo 10 e passa minuti interminabili di canzone "nella media" segue l'ultima canzone del disco, la seconda che assieme a "Hours Of Wealth" fa valere il disco in questione. Anche qui i King Crimson regnano sovrani ma ovviamente se fai progressive come fai a non portarti con te le influenze di quella meravigliosa band che ha fatto scuola a tutti? "Isolation Years" è un sogno, una canzone che ti culla, un'ottima ninna-nanna; la canzone più atmosferica fatta dagli Opeth che però non si distacca per niente dalle loro passate produzioni.

In conclusione il disco in questione non è un brutto disco, è nella media delle uscite annuali e notevolmente sopra la media delle uscite metal. Semplicemente gli Opeth si sono persi un po' per strada e hanno cercato di riguardarsi alle spalle e a ricordare i capolavori che tèssero anni or sono. Il disco parte per me tremendamente male, si solleva tantissimo a metà per poi ricadere alla fine e per lasciare una speranza alla chiusura. Per i fan degli Opeth sarà un capolavoro, per il fan degli Opeth e del prog come me è semplicemente un album che poteva uscire meglio.

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