Ho sempre ritenuto la band di Londra come un quintetto di marziani atterrati per sbaglio sul pianeta terra a bordo della loro navicella spaziale completamente foderata di acidi e dotata di raggi al "mushroom".
Questo album è il primo, targato 1997 e già il titolo è indicativo dello stato mentale dei rintronati albionici. Si può insomma dire tutto sulla loro condizione da "neuroni spappolati", ma è il prodotto finale che spiega il perchè certa musica la si può creare soltanto in particolari tipi di situazione e soprattutto quando la chimica scorre nelle vene.

La formula è un psych-acid-fuzz-rock di classe, molto dilatato a tratti possente e tecnico allo stesso tempo; si parte con l'assalto di "The Astral Project" e "Magic Carpet" per poi passare alla intro liquido-gommosa di "Saruman's Wish" e ai 2 minuti e 30 di "Song Of The Purple Mushroom Fish" tutta acustica sapor di trifoglio dove la mente viene trasportata in una dimensione fatta di bolle e "veneri gommose".
Notevoli anche le due traccie seguenti "Aquatic Fanatic" e "Lothlorian"; la prima restituisce la veste di "picchiatori di classe" ai folletti arancioni, la seconda racchiude in poco più di un minuto quello che i Dead Meadow vogliono fare da anni.
Sul finire abbiamo "Land Of Secret Dreams", "Orange Goblin" e "Star Shaped Cloud"; lo schema è sempre lo stesso, si passa da momenti di psichedelia pura a muri di suono invalicabili dove le chitarre monolitiche piantano le basi per la voce rigorosamente filtrata di Ben Ward.

Chissà se esiste davvero questo "pianeta dieci"; io ci credo ma forse è la pura immaginazione di questo folletto arancione che da un po' di giorni è tornato a rompere le scatole e me lo ritrovo sempre nel mio lettore cd e non se ne vuole andare.
Let there be stoned!

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