Birra, grezzume, notti da bagordi. Non vengono dagli USA ma dalla "fredda" Inghilterra. Il loro è stoner rock o stoner metal, chiamatelo come meglio vi aggadra: l'importante è sapere che la loro musica apre i culetti.
Siamo a Londra nel 1995 quando nasce una band con il nome "Our Haunted Kingdom" che poi si trasformerà in Orange Goblin. Nascono nel periodo in cui il genere stoner si trovava al suo apice grazie agli statunitensi Kyuss, Sleep e Monster Magnet. Un genere che si è velocemente sviluppato anche in Europa e che ha visto la nascita di alcune band anche molto interessanti (ma non in grado di rivaleggiare con quelle a stelle e striscie). Orange Goblin, Spiritual Beggars e Dozer hanno contribuito ad allargare la gamma dello stoner in Europa ed in particolare gli Orange Goblin sono considerati gli unici che possono vedersela con i "maestri" americani.
Guidati dal ruvido singer Ben Ward, i sei (all'epoca) "goblin arancioni" avevano debuttato nel 1997 con l'ottimo "Frequencies from planet ten". Ad un anno di distanza eccoli tornare con un altro cd tutto viaggi interplanetari, visioni allucinogene e tanta tanta sabbia. "Time travelling blues" si ritaglia un posto di tutto rispetto nella discografia degli Orange e non a caso è definito come uno dei loro cd maggiormente riusciti. Canzoni come "Blue snow", "Solarisphere", "Shine" e "Lunarville 7, Airlock 3" sono li a dimostrare la carica fottutamente intransigente della band londinese.
Nei loro cd non troviamo le rimuginazioni tematiche e filosofiche di band post/psychedelic/symphonyc metal e amenità varie: i loro cd sono inni al rock più sporco, quello che ha il solo compito di provocare headbanging e adrenalina. Parlano gli strumenti, fischia la sabbia. Spruzzi di psichedelia e hard rock contribuiscono poi a donarci un disco che non è solo grezzume ma anche varietà. Per questo motivo "Time travelling blues" è uno dei dischi stoner della seconda "ondata" di questo genere meglio riusciti e che più incarna i canoni stilistici di questo modo di fare musica.
Puzza d'ascelle, birra e rutti.
Quattro pallini e mezzo.
1. "Blue Snow" (4:23)
2. "Solarisphere" (6:09)
3. "Shine" (6:56)
4. "The Man Who Invented Time" (3:48)
5. "Diesel (Phunt)" (2:47)
6. "Snail Hook" (5:48)
7. "Nuclear Guru" (6:15)
8. "Lunarville 7, Airlock 3" (4:31)
9. "Time Travelling Blues" (6:40)
10. "Sober Up (Hidden Track)" (6:43)
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