Se dico Orchestral Manouvres In The Dark ai più è un nome che non ricorda nulla. Se invece dovessi dire quelli di Enola Gay ecco che un bel po’ di lampadine si accendono. E’ un po’ la condanna di quelli che sparano da subito una hit pazzesca che fa storia. Tutti se la ricordano, il resto se lo dimenticano. C’è poi da dire che il synth-pop è un genere che qui da noi non è mai stato considerato più che latore di canzonette. In generale la musica elettronica non è mai stata molto considerata se non per quanto riguarda la dance (discorso a parte per i Depeche Mode che nel tempo si sono costruiti una carriera ed una reputazione solidissima). Detto ciò, gli OMD negli anni hanno continuato a sfornare dischi, li hanno fatti di ottima qualità e giunti al loro quattordicesimo lavoro in studio dimostrano di saperci ancora fare, eccome. Bauhaus Staircase è un disco che sorprende non solo perché gli ultimi precedenti tentativi non era poi granché, ma soprattutto perché, a quarant’anni di distanza dal succitato esordio, dimostrano ancora una freschezza incredibile cui si aggiunge esperienza acquisita negli anni passati tra diavolerie elettroniche e sale di incisione. C’è poi da dire che molto del merito di questa freschezza è dato dal canto di McCluskey che all’alba dei 65 anni canta ancora come cantava un tempo. McCluskey ha anche detto che probabilmente questo sarà l’ultimo disco degli OMD. Se dovesse essere davvero così, non si poteva immaginare uscita di scena migliore.
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