Lo ammetto: quando ancora non conoscevo nulla di questo gruppo, ho pensato che la copertina raffigurasse Lauryn Hill, o comunque qualcuno o qualcosa affiliato con la musica R&B o Soul... beh, era Angela Davis.
Mi sbagliai, ma forse non troppo. Gli Orchid hanno sicuramente a che fare con la musica Soul, forse non nel senso tradizionale del termine.
La musica dell'anima straziata.
"Gatefold" è il canto del cigno e la quintessenza degli Orchid, terzo album di un'intensa avventura durata 5 anni.
Il disco che rappresenta l'apice della loro maturità musicale: chi già ha avuto il piacere di ascoltare i precedenti dischi saprà anche che presentavano esclusivamente brani brevi, crudi e schietti come pochi altri hanno saputo fare; nel suddetto, invece, si ha spesso la possibilità di imbattersi in lancinanti pezzi strumentali ("Trail Of The Unknown Body") e altrettanto dolorosissime manifestazioni musicali, più lunghe e lente del solito, che vomitano quella viscerale misantropia, degna di essere comparata a quella percepibile solo con i (True Norwegian) Black Metal sound, ricercabile nei seguenti brani: "Loft Party", "We Love Prison" e "Tigers". Numeri a dir poco commoventi...
Spesso però rintanarsi in solitudine non è il modo per esternare tutti i demoni che vivono dentro di noi, così decidiamo di strappare completamente le nostre corde vocali in quell'oceano caotico, abrasivo, delirante, estremamente dissonante ma anche straordinariamente efficace.
Gli In/Humanity (probabilmente parlerò di loro prossimamente, se sarà gradito) definirono questa proposta musicale con il termine Emoviolence. Azzeccato al 100%.
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