Paul McCandless (fiati, oboe, clarinetto), Ralph Towner (chitarre e piano), Glen Moore (contrabasso) e Collin Walcott (percussioni) nel 1974 decisero di scrivere quello che per i critici ed amanti di un certo tipo di Jazz sarebbe stato il capolavoro della band. Nati grazie all'amicizia dai tempi del college di Tower e Moore, i quattro musicisti cominciarono a suonare sotto la guida stilistica di Paul Winter con il suo "Consort", dimostrando soprattutto la loro immensa capacità come artisti. Successivamente, nel 1970 il quartetto decise di intraprendere una strada diversa da Winter per formare un nuovo gruppo, quello che oggi viene chiamato Oregon. Fin da subito la band riesce a dar vita ad una serie di stampe eccezionali tra cui spiccano "Distant Hill", "Music of Another Present Era" e "Winter Light". Proprio su quest'ultimo vorrei soffermarmi oggi, perchè credo sia il punto di massimo splendore sia compositivo che artistico il quale racchiude in sè la qualità espressiva di Tower&co.

La loro musica stempera con eleganza e virtuosismo passione e tecnica sopraffina, espressività e improvvisazione, sotto un disegno ben definito. Un lavoro pregno di stile e di personalità dipinto in chiave contemporanea, da suoni che spaziano dalle tradizioni indiane alle creatività percussionistiche d'impronta jazz. La genialità, secondo me, sta proprio nella suggestiva scelta di fondere strumenti quali: oboe, chitarra, percussioni e contrabbasso rendendo così la strumentazione particolare in grado di generale una musica delicata e piacevole da ascoltare.

Sin dalle prime note di "Tide Pool" firmato dall'immenso Tower, si capisce subito la grandezza dell'album. E' una composizione di soave impronta artistica, lenti battiti si ripercuotono nell'aria nel susseguirsi poi nella seconda parte del brano con un piccolo assolo del caro Ralph che sembra divertirsi con la sua sei corde, mediante una serie di scale che tanto piacciono al sottoscritto. Ed è proprio la meravigliosa "Witchi-Tai-To" a regalarci i momenti migliori di "Winter Light", dove qui giace l'altro vecchio amore di Tower, il pianoforte. Infatti lui iniziò i suoi studi grazie a questo strumento, donandoci sensazioni di delicata dolcezza accarezzando quel piano come se fosse un lieve corpo sinuoso da venerare. Nel rispetto della tradizione di forgia barocca e classica ci pensano le successive "Ghost Beads" e "Deer Path" le quali hanno il compito di esaltare e di elogiare la qualità tecnica e creativa dei musicisti statunitensi, con ottime percussioni che si mischiano bene al resto degli altri strumenti. La fusione di una simile alchimia nel rendere compatto il lavoro del quartetto, è plasmato sostanzialmente dalla straordinaria capacità della propria personalità tecnicistica, che sarà il marchio che permetterà agli Oregon di riflettere la fama e la considerevolezza negli anni a venire, in rilevanza appunto dei successivi "Out Of The Woods" e "Crossing" altre perle della band che consiglio di assaporare. Inoltre questo "Winter Light" è un misto di "jazz acustico" dalle tinte new age e fusion, i suoni intarsiari e bulinari in questo album rappresentano tutto ciò che di più di bello hanno da offrire Tower, Moore, Walcott e McCandless proprio per la loro natura gracile ed intimista. La melodia del disco è fondamentalmente costruita da sapienti arpeggi che danno un sapore impressionistico e visionario ai pezzi, è come si abbia la piena consapevolezza di essere a contatto con l'ambiente cirostante e di scorgerne l'essenza dei suoni.

Un disco che vi farà sognare... che vi farà pensare quanto sia meravigliosa la musica....

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