Attirano molto le sperimentazioni assurde, e spesso l'attrazione è ripagata dalla qualità di esse: ecco un chiaro caso in cui non succede affatto. Organ è un side-project dei malatissimi (V.E.G.A.), un gruppo italonorvegese che produce un black metal da panico, fissati colla cocaina.
L'intento dei tre norvegesi è di unire sonorità di black grezzo a passaggi di post rock. Diciamo che tecnicamente ci siamo, ma il casino che ne risulta è così acerbo che i dischi sono di fatto inascoltabili. Tanto per cominciare "Apoplexy in six parts" è composto da 2 CD, il primo sperimentale e il secondo totalmente elettronico, che definirlo insipido sarebbe un'offesa per le patate. Il totale dei 2 messi insieme è di 39 minuti scarsi...
Le sei parti del primo , le sei apoplessie, sono tracce velocissime e dalle atmosfere indefinibili, caotiche, fastidiose e spesso senza nessun senso. La batteria credo non sia suonata, ma programmata su drum machine, dati i tempi inumani cui verrebbe altrimenti sottoposta. Spesso si ha la sensazione che i tre ingranino la combinazione di riff giusta, ma sono rapidi a smentirsi nel giro di pochi secondi. Tutto ciò in poco più di 13 minuti.
Il secondo CD racchiude la peggior commistione di rumore che mi sia mai capitata, non c'è criterio nè senso. Passaggi noise, ambient, minimalisti, techno, e assurdità che penso non abbiano ancora un nome per essere definite. . In pratica si cambiano strumenti ma non approccio, rendendo il tutto ancor più fastidioso.
Forse un giorno qualcuno dirà che hanno inventato un genere nuovo, che hanno fantasia, che rivoluzionano la musica, ma ora come ora penso sia difficile poter dire che è apprezzabile un lavoro del genere: tre quinti elettronico povero di riferimenti, due quinti rock/metal sperimentale privo di emozione.
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