Un chitarrista, un bassista, un batterista e tanta fantasia e inventiva. Otto brani strumentali per un viaggio di 36 minuti tra metal, progressive, hard rock ed un pizzico di new-jazz. Non un momento di pausa, non un attimoper fermarsi. Gli Outopsya ci costringono ad ingurgitare tutto il pasto in un boccone, non ci danno il tempo per digerire le loro originali ricette. Ma dopo la botta iniziale, questo disco diventerà una specie di droga.
Si parte con "A Whirl To Activity", con quella chitarra malata e distorta che ci segue per tutta la durata del brano, accompagnata da una batteria che fa fatica a contenersi, sta come per esplodere. Poi il delicato suono di una chitarra che all' inizio di "Tarred Life" vuolei lluderci. Ma subito la sua compagna elettrica la zittisce, perché è lei la padrona. Questa volta però non è malata, ma lucida; è il messaggio che cicomunica ad essere avvelenato e contorto. In "Lord Of The Flies" si sente bene la parte new-jazz del gruppo, anche se il sangue che scorre nelle vene di questo brano è principalmente metal. Ma è un metal che io oserei definire "elegante", pieno di ricami e di vari intermezzi molto affascinanti. Qui si può anche apprezzare la bravura tecnica dei tre, che non viene però ostentata. La traccia successiva, "Exxential", sembra una corsa ad ostacoli percorsa da unessere immaginario che invece di avere braccia e gambe possiede chitarra e batteria. La batteria libera il terreno che viene successivamente percorso dalla chitarra. Il terreno è costituito dal basso, che sembra venire letteralmente"picchiato" dalle bacchette. Poi "A Sad Intermixion To Sand"; un incubo da cui ci si risveglia difficilmente. Effetti speciali pazzi e calmi allo stesso tempo. Il risveglio è doloroso e lento, a volte sembra di ricadere nel sonno, e una certa aria malinconica percorre tutto il brano. "SandNess" è la logica consguenza del brano precedente. Ma questa volta c'è la consapevolezza di essere svegli, l' incubo è finito e sono gli strumenti stessia dircelo. In "Xenimpro Ph. 1" la chitarra non la smette più di urlare, ci fa venire il maldi testa. Vorremmo per una volta mandarla a quel paese, ma non possiamo perché è lei stessa ad impedircelo continuando ad urlarci dentro le orecchie. "Xenimpro Ph. 2" vuole chiederci scusa per la estrema maleducazione del brano precedente, e lo fa attraverso una strampalata ma educata chitarra clean. Il brano però muta abbastanza in fretta e senza preavvisi, ed un assolo di chitarra elettrica ci accompagna fino alla fine del disco, come a ribadire di nuovo la sua superiorità sulla sorella minore.
Non avete mai sentito nulla di simile, ed è proprio per questo che l' assunzione di questa musica in dose massicce (all' inizio) può causare degli effetti collaterali, ma è un rischio che a mio avviso vale la pena di correre.
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