Quando si parla degli Overkill molto spesso ci si ferma a quei 3/4 lavori che gli hanno consentito l'exploit all'interno del marasma thrash metal degli anni '80, quando di musica valida se ne trovava parecchia. Ed è inevitabile che parlando di una realtà musicale il suo nome venga accostato ai migliori capitoli della discografia: eppure può sfuggire l'importanza di un disco più di un altro, la sua qualità rispetto ad un altro. "Necroshine" è il classico esempio di disco sottovalutato e i motivi per tornare a donargli la giusta importanza sono molteplici.

Siamo nel 1999, a due anni di distanza da "From the underground and below", considerato un po' da tutti come un episodio "minore" della discografia dei cinque newyorkesi. Partendo dalla stessa line up del cd precedente (Mallare, Comeau e Marino a fare i tre "accompagnatori") e Ellsworth e Verni a dirigere i lavori, gli Overkill partoriscono un cd devastante, superiore a qualsiasi altra uscita del periodo per i cosidetti "big four" (sono gli anni di "Risk", "Volume 8", "Reload" e "Diabolus in musica"). Tutti lavori che a parere di chi scrive non raggiungono la carica e soprattutto la vivacità compositiva di "Necroshine".

Il decimo parto in studio di Ellsworth e dei suoi amichetti è un album di thrash metal dal sound corposo e dai tratti molto più marcati e "bui" rispetto ai dischi precedenti. Un "wall of sound" che si appesantisce, in un processo di incupimento che è rappresentato da "80 Cycles", capace di irradiare anche riff doom inaspettati quanto interessanti. Ma altrettanto interessanti sono i pezzi che gli stanno davanti e che aprono il cd: la titletrack e i suoi riffoni al cemento e poi "My december" e "Let us prey" perfette per linee vocali e aggressività. Qui c'è headbanging assicurato. Tutto il cd si muove su queste coordinate di martellate dolorose e metalliche. Pezzi come "Stone cold Jesus", "Forked tongue kiss" e "I am fear" sono manna dal cielo per ogni uditore di metallo che si rispetti.

Dei bacchettoni che sbrodolano giudizi da ultra intenditori di musica sinceramente me ne importa poco, così come di chi ritiene che musica come questa sia "roba superata". "Necroshine" è un disco di thrash metal che apre i culetti alla stragrande maggioranza dalle band e pseudo tali che affollano il mercato odierno e gli Overkill possono vantare un'intera carriera in cui la qualità media è sempre stata alta. Non si sono mai venduti (al contrario di altri) e soprattutto continuano a tirar fuori dischi sempre molto validi (l'ultimo "The electric age" conferma la loro bontà).

Dopo aver ascoltato il recente platter e aver rispulciato gran parte della loro discografia posso affermare che per quanto riguarda i grandi nomi del genere, gli Overkill, nell'ultimo decennio, sono assolutamente sul gradino più alto del podio.

1. "Necroshine" (6:03)
2. "My December" (5:01)
3. "Let Us Prey" (6:41)
4. "80 Cycles" (5:51)
5. "Revelation" (4:40)
6. "Stone Cold Jesus" (5:19)
7. "Forked Tongue Kiss" (4:03)
8. "I Am Fear" (4:30)
9. "Black Line" (4:45)
10. "Dead Man" (4:16)

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