Eccomi a recensire uno dei migliori dischi thrash metal degli anni '80.
"The Years Of Decay" esce nel 1989 anno in cui le piu' grandi band del genere avevano gia' dato alle stampe i loro capolavori. Sono anni di stallo per il genere alla ricerca di nuovi gruppi per alimentare una scena che come dicevo sembrava aver già dato il meglio. Gli Overkill sono al loro quarto disco (senza contare 2 EP) e reduci da un album di buona fattura come "Under The Influence". La formazione è la stessa del disco precedente che vedeva Bobby Blitz Ellsword alla voce, D.D. Verni al basso, Bobby Gustafson alle chitarre e Sid Falck alla Batteria. Prodotto da Terry Date l'album è un miscuglio del meglio dell'"Overkill sound". L'opener è l'anthemica "Time To Kill" un power thrash con la voce al vetriolo di Blitz a farla da padrone e con un rallentamento quasi doom nel mezzo. Il secondo pezzo "Elimination" è sulla falsa riga della prima traccia. "I Hate" è molto semplice nella sua struttura quasi punkeggiante sia nei riff di chitarra del bravo Gustafson che nei cori.
"Nothing To Die For" è una classicissima Thrash song tipica della Bay-area quindi riconducibile ai Metallica del periodo "Master of Puppets". La prima vera sorpresa arriva alla traccia numero cinque con il Thrash-Doom di "Playing With Spiders/Skullkrusher", canzone lenta e cadenzata nella prima e ultima parte con un intermezzo speed . In "Birth Of Tension" in primo piano il basso di D.D. VERNI, mentre gli otto minuti di "Who Tends The Fire" si aprono con un lungo arpeggio che culminerà in un'altra canzone lenta e sabbathiana. Ma i due pezzi da novanta del disco sono posizionati alla fine: un melodico arpeggio di chitarra unito alla voce altrettanto melodica di Blitz aprono la superba "The Years Of Decay" che si incattivisce con il proseguire dei minuti, anche questa track tocca gli otto minuti. Il gran finale è affidato a "E.Vil N.Ever D.Ies", un thrash da spacca ossa in sede live, ancora un plauso a Gustafson alla chitarra, per questa canzone torrenziale infarcita di cambi di tempo e guidata ancora una volta dalla voce tipo carta vetrata di Blitz.
Con questo disco gli Overkill salutano gli anni '80 consci di meritare sicuramente un posto subito dietro alle quattro grandi band del thrash americano, anche se io al posto dei Megadeth metterei volentieri loro.
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